Dovrebbe preoccupare – a nostro modesto avviso – i vertici della Chiesa il fatto che la più importante radio cattolica italiana abbia completamente ignorato la nomina di Zuppi a Presidente della Conferenza Episcopale.
Questa emittente non ha neanche espresso una valutazione critica di quanto avvenuto nel consesso riunito in Vaticano, mentre i rappresentanti delle altre Chiese – e perfino delle altre religioni, primo tra tutti il Rabbino Capo di Roma – si sono affrettati a manifestare il loro plauso e la loro soddisfazione.
Ciò significa che esistono movimenti – nella fattispecie i cosiddetti “Medjugoriani”, ma ve ne sono anche altri – i quali si considerano come altrettante “Chiese nella Chiesa”; e – quanto è peggio dal punto di vista civile – essi tendono ad operare anche come Stati nello Stato.
La rottura in seno al Cattolicesimo pare dunque irrimediabile, benché non venga ancora dichiarata.
Su di un altro versante, Michele Serra, il quale ha assunto l’arduo compito – scrivendo su “La Repubblica” – di mantenere agganciati al Partito Democratico i più ragionevoli tra i nostalgici del Partito Comunista, si lamenta perché la Chiesa agisce come un soggetto “di Sinistra”, mentre i suoi compagni non ne sono più capaci.
La risposta è semplice: la Chiesa è rimasta in Italia l’unico soggetto in grado di collegarsi con quanto accade nel mondo, ed in particolare in quella parte del mondo – i cinque sesti dell’umanità – che vive nei Paesi poveri.
Tra qualche mese, la fame di massa causata dalla guerra in Ucraina causerà una ondata migratoria in confronto della quale quelle fin qui arrivate sembreranno delle gite scolastiche.
La Chiesa possiede gli strumenti di analisi necessari per capire che cosa succede fuori dai nostri confini: gli ex comunisti, invece, non li hanno.
Mentre la Caritas si appresta a dare da mangiare a quanta più gente possibile, le trasmissioni “di Sinistra” raccontano l’impostura di un Paese popolato da gente che frequenta i ristoranti di lusso ed i “resort” alle Maldive.
Se qualcuno è ignorante, il rimedio risulta molto semplice: deve mettersi a studiare.
E se non studia, non deve essere promosso, né a Deputato, né a Segretario di Federazione.
Se invece gli asini fanno carriera, lo si deve al fatto che bisogna promuovere i cosiddetti “yes men”: i quali tacciono, sia perché non hanno niente da dire, sia perché contano di essere ricompensati per la loro piaggeria.
Certe degenerazioni sono avvenute dunque con la complicità – non soltanto passiva – di chi avrebbe dovuto correggere la linea del Partito.
Ciò è avvenuto tanto a livello nazionale quanto a livello regionale, quanto infine a livello provinciale.
Cominciamo dall’Italia.
Berlinguer venne convinto da un cattolico tradizionalista dichiarato, il Marchese Rodano - non a caso espressione della nobiltà papalina marchigiana - che per essere cooptato nel Governo doveva garantire alla Chiesa l’appoggio del suo Partito al tentativo di trasformare l’Italia in uno Stato confessionale.
Di qui la scelta, compiuta dal Marchese sardo, di allearsi con la Destra democristiana, scaricando tutto il settore – ecclesiale e politico – rappresentato dal Cattolicesimo Sociale e dal Cattolicesimo Liberale.
Il Cattolicesimo sociale, per fortuna, non è morto, e si riaffaccia – venuta meno con il cosiddetto “Compromesso Storico” la sua espressione politica – nella Chiesa di Bergoglio e di Zuppi.
La quale – a differenza della vecchia Sinistra democristiana – non può essere liquidata dal Nazareno: che oltretutto – a differenza della Botteghe Oscure – non conta più niente.
Veniamo al livello regionale.
In Emilia sopravvive ancora, malgrado tutto, una Sinistra di radice socialista e comunista.
Ci fa piacere per i nostri concittadini di quella Regione, ma in Liguria la situazione è diversa.
L’ex “Governatore” Burlando, noto per le sue imprese automobilistiche (se fosse ancora vivo Lucio Dalla, gli dedicherebbe una canzone come quella su Nuvolari), manda la sua ventriloqua Raffaella Paita a sostenere il Sindaco uscente di Genova, espresso dalla Lega di Salvini.
Se infatti cade il Comune, può cadere anche la Regione, ed il patto riguardante la costruzione dei porti turistici esige che a via Fieschi rimanga un governo regionale di Destra.
Il Segretario democratico D’Angelo ha avvertito Dello Strologo del fatto che in queste condizioni non è in grado di garantirgli l’appoggio del Partito?
Se costui non sa che cosa succede in casa sua, è inadeguato al compito, se lo sa agisce in mala fede.
La Curia di Genova, retta da un altro bergogliano, Marco Tasca, sta formando una generazione di giovani che appoggiano il candidato a Sindaco della Sinistra, ma soprattutto si sono formati nel Magistero del Papa, fautore della cosiddetta “economia circolare”.
Mentre la Chiesa avversa il profitto, il Partito Democratico ligure compie le sue scelte perseguendo viceversa il profitto più speculativo.
Senza neanche tenere conto che ormai si tratta di una illusione.
C’è soltanto da demolire e da ricostruire, perché un soggetto simile non è soltanto superato dal punto di vista progressista, ma dimostra anche di non conoscere l’economia.
Ad Imperia, il commercialista di riferimento del Partito Democratico, quando si prospettava la chiusura dell’ultima fabbrica, auspicava di anticiparla, per costruire al suo posto un “residence”: senza considerare che di quelli edificati negli ultimi anni non si riescono a vendere gli appartamenti.
La Sinistra non ha più dei partiti nazionali, ma è fatta di comitati elettorali: alcuni vincenti, altri perdenti, alcuni tenuti insieme da interessi poco puliti, altri composti da gente onesta e preoccupata del bene comune.
La quale trova un riscontro nei Vescovi, che si accingono a svolgere quella funzione che già fu loro tra il 1943 ed il 1945 nell’Italia occupata, consistente nel mantenere la coesione sociale, supplendo ad uno Stato che aveva cessato di esistere.
Giorgio Rumi li chiamò giustamente i “Principi Vescovi”.
Zuppi è il continuatore ideale di uomini come Schuster e Boetto.
I quali si collegarono con gli Italiani che combattevano per la Liberazione.
Se poi altri soggetti cattolici intendono riempire il vuoto lasciato dalle Autorità civili per costituire uno Stato confessionale, ci auguriamo che facciano la fine di Don Calcagno e degli altri preti “repubblichini”.
Altrimenti, saremo governati da qualche proconsole di Putin.