In un nostro precedente articolo, avevamo affermato che gli incendi nelle discariche di spazzatura di Roma erano dolosi ...
In un nostro precedente articolo, avevamo affermato che gli incendi nelle discariche di spazzatura di Roma erano dolosi, e soprattutto che si inserivano in un piano eversivo, avente lo scopo di causare disordine nella Capitale.
Ora queste stesse asserzioni vengono formulate dal competente Assessore del Comune, che ha coniato per tale occasione l’espressione “ecoterrorismo”.
In verità, esistono in materia diversi precedenti storici, il più noto dei quali fu forse costituito dal cosiddetto “Esercito Simbionese di Liberazione”, organizzato in California da un gruppo di balordi, comprendente la figlia di Randolph Hearst.
È probabile che chi ha concepito il disegno messo in atto nell’Urbe si serva invece di manodopera fornita dalla malavita locale.
Della quale – fin dal tempo della “Banda della Magliana” – faceva parte anche Carminati, detto “Er Cecato” (ora di nuovo felicemente a piede libero), che aveva stretto delle connessioni molto intime tanto con l’estrema Destra quanto con le “Curve” della tifoseria calcistica, sia di fede laziale, sia di fede romanista: segno, questo, che il “trasversalismo” non viene praticato soltanto ad Imperia.
La Sinistra non era d’altronde rimasta immune da simili contaminazioni, come dimostra la stretta collaborazione instaurata tra lo stesso Carminati e Buzzi, nominato da Renzi responsabile del Partito Democratico per la Capitale.
Questo Buzzi aveva anche organizzato delle cene per finanziare il Partito: saremmo curiosi di sapere che fine hanno fatto i soldi da lui raccolti.
Il confine tra la richiesta di un contributo ed una estorsione, in un simile contesto, risulta molto labile.
Quanto a Lusi, promosso da Rutelli a “tesoriere” della Margherita, tanto per fare onore al suo incarico si impossessò dell’intero tesoro a lui affidato.
“Cicciobello”, però, non si era accorto di nulla.
Anziché indignarsi per il tradimento perpetrato dal suo uomo “di fiducia”, avrebbe fatto meglio a chiedergli un rendiconto periodico: la stalla venne invece chiusa quando i buoi erano già scappati.
L’Urbe, percorsa da continui scandali, che – come dimostrano le vicende della Chaouqui, di “Lady Becciu” e di Mario Benotti - accomunano le due rive del Tevere, è composta da due diverse città: una è costituita dal centro storico, più San Lorenzo e i Parioli, dove il presidio delle Forze di Polizia risulta addirittura ossessivo; l’altra è invece la sua sterminata periferia, in cui non vige nessuna legge al di fuori di quella imposta dai mafiosi (italiani e stranieri), dai narcotrafficanti e dagli estremisti di Destra.
“Casa Pound” conta ben sedici sedi, di cui una sola – quella sita in via Napoleone III, nominalmente “demaniale” – è situata nel semicentro, mentre le altre stringono d’assedio – come altrettante basi paramilitari - la città del potere.
Ora è iniziata una guerra in seno alla stessa maggioranza tra i fautori del termovalorizzatore (che in realtà è un semplice inceneritore di rifiuti) ed i suoi oppositori, giudati dall’ex Sindaco Virginia Raggi.
Non insinuiamo che la sua parte politica stia ispirando – né tanto meno che stia organizzando – l’attuale ondata di violenza “ecoterrorista”, ma risulta evidente che tra i “Pentastellati” e quanti la mettono in atto esista una completa identità di obiettivi.
Per cui risulterebbe auspicabile una esplicita dissociazione dai metodi di lotta illegali.
Durante gli “anni di piombo”, una simile presa di posizione veniva pretesa da parte della Sinistra ogni volta che si commetteva un attentato, anche se in quel caso non vi era nessuna concordanza con i violenti neanche sui fini: le “Brigate Rosse”, infatti, erano rimaste ferme al marxismo – leninismo.
Gualtieri si illude di fermare i roghi della spazzatura chiedendo a Conte – cioè ad un privato cittadino – il permesso di realizzare un impianto di cui la Città ha asoluto bisogno, e tale ossequio nei riguardi del capo di un partito costituisce una offesa nei confronti sia del Parlamento, sia del Consiglio Comunale.
In questi consessi, l’opposizione ha naturalmente il pieno diritto di esprimere le sue ragioni e di votare in dissenso, ma non può esercitare nessun potere di veto: tanto meno commettendo dei reati che vanno dall’incendio doloso alla esposizione di persone al pericolo ed alla interruzione di serrvizio pubblico, per non parlare delle lesioni colpose subite dagli intossicati.
Ci auguriamo che il Sindaco lo abbia ricordato allo “Avvocato del Popolo”: cui spetta il compito di difendere i criminali, ma non quello di difendere il crimine.
Qui sta il punto decisivo della faccenda: se ciascun soggetto si considera autorizzato ad impedire la realizzazione di quanto è stabilito dalla Legge, si finisce per legittimare la violenza.
Molto tempo fa, cogliemmo una analogia tra quanto stava maturando in Italia e gli eventi della guerra civile in Libano.
Durante la quale, i partiti che componevano il Governo si affrontavano a cannonate fuori dalla sua sede, ed in particolare nella stessa Capitale, divisa da un frtonte di guerra.
Ci spingemmo a prevedere che Roma sarebbe diventata come Beirut, essendo controllata una parte dell’Urbe da milizie paramilitari.
L’insieme stesso del territorio nazionale può dividersi tra le zone controllate dalle mafie e quelle dove ancora lo Stato esercita la propria autorità.
In tutto questo, si inserisce una nota tragicomica: la Raggi è stata chiamata da Gualtieri a guidare il carrozzone che prepara una fantasmatica “Esposizione Universale”: in cui, probabilmente, l’ex Sindaco si propone di esibire la spazzatura.
Questo evento doveva svolgersi nell’Urbe nel 1942, per cui venne costruito il quartiere detto appunto “Esposizione Universale Romana”, più noto con l’acronimo E.U.R.
Mussolini, però, entrò in guerra due anni prima.
La Raggi si è mossa con un anticipo ancora maggiore, tale addirittura da mettere in forse il Giubileo.
I pellegrini rischiano di essere affumicati come dei prosciutti del Tirolo, se non addirittura arsi vivi come Giordano Bruno.