Il diavolo – dice un proverbio anglosassone – è nei dettagli.
Questa massima trova conferma nel Bilancio di previsione del 2023, che segna il tanto atteso esordio della Meloni nel campo della finanza pubblica.
A parte la annunziata cessazione della erogazione del reddito di cittadinanza, fa spicco tra le molte misure la sanatoria riguardante la imposizione sui redditi derivanti dalle criptovalute.
Le varie mafie – fiutato un ottimo affare – vi si erano gettate, ottenendo lauti guadagni.
Risulta facile prevedere che tale business continui a prosperare, godendo di uno jus condendum concepito ad uso e consumo di chi si è dimostrato molto generoso nel suo appoggio ad una campagna elettorale simile per dimensioni a quella condotta dal Partito Liberale nel 1963.
In quel frangente, il nostro Paese scoprì per la prima volta quanto potesse la combinazione tra le risorse economiche dei potentati industriali e finanziari autoctoni e la necessità di preservare i vecchi equilibri di potere, che li accomunava con certi soggetti stranieri.
Quanto però era in quel tempo prerogativa di soggetti appartenenti al padronato settentrionale, lo fa oggi un ambiente criminale installato dove radicano le mafie.
Il Governo, mentre taglia i fondi destinati alla spesa sociale ed alla Sanità pubblica, elargisce inoltre una somma astronomica allo sport.
Questa dizione risulta molto generica, e dunque passibile di diverse interpretazioni.
Quando – per esempio - si annunzia un contributo riservato alla causa tartaresca della maternità delle atlete professioniste, si rischia di cadere nel ridicolo.
Alcune giocatrici hanno litigato con le loro rispettive Società perché i dirigenti le minacciavano di licenziamento se avessero introdotto le loro prestazioni agonistiche essendo rimaste incinte.
Bastava intraprendere una causa di lavoro – gli atleti professionisti sono tra le categorie di dipendenti meglio protette – per vedere riconosciute le proprie ragioni.
Ora, però, lo Stato si sostituisce al datore di lavoro nel sostenere la retribuzione della dipendente per tutto il tempo del congedo parentale.
In base al principio di eguaglianza, non si vede perché da tale beneficio siano escluse le lavoratrici appartenenti ad altre categorie.
Anziché eliminare una discriminazione tra uomini e donne, se ne instaura una nello stesso ambito del sesso femminile, favorendo le persone note a scapito di tante illustri sconosciute: le quali però sostengono la produzione e la erogazione di servizi prestando la loro opera in cambio di una miserevole retribuzione.
Se andassimo poi ad esaminare i criteri con cui si sostiene lo sport, troveremmo che non si destinano gli aiuti né alla creazione di nuove strutture, né alla promozione nelle scuole dalla attività motoria, pur indispensabile per mettere in pratica il motto Mens sana in corpore sano.
La annunziata pioggia di soldi lascerà a secco perfino le Federazioni, riversandosi direttamente nelle casse delle Società.
Tra le quali non figura peraltro la Sport e Salute: trattandosi di un soggetto a capitale interamente pubblico, ne ha già – come si suol dire - abbastanza; ed ha comunque adempiuto egregiamente alla sua funzione, consistente nel fare assumere i dipendenti del Comitato Olimpico senza che tali soggetti - in molti casi notoriamente impreparati -. debbano sottoporsi a quella autentica fatica di Ercole che è costituita dal concorso per esami.
Tale procedura, obbligatoria per gli Enti Pubblici, veniva in passato evasa, dando luogo ad atti illegittimi e sospetti di violazione delle norme penali.
Chi si domanda quale sia il motivo di tanta generosità in tempi di vacche magre, ignora il fatto che il cosiddetto mondo sportivo è sempre stato un’interfaccia della estrema Destra,
Anche senza arrivare alla contiguità con la criminalità politica e comune che caratterizza le famigerate Curve, pullulano le Società che compiono alla luce del sole una attività di reclutamento e di inquadramento degli eserciti privati posti al servizio di questa parte politica.
Fino ad ora, essi assomigliavano però alle milizie mercenarie contrattate dai Signori del Rinascimento, aventi carattere prevalentemente locale.
Adesso, però, il controllo del Governo nazionale consente – se non la loro unificazione – quanto meno un coordinamento di carattere organico e permanente.
Chi perde il reddito di cittadinanza, può dunque sperare – in base alla sua affiliazione politica – in un inserimento del tipo di quello riservato a suo tempo agli squadristi.
I quali vennero chiamati a comporre la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale.
Tale corpo era però quanto meno assoggettato alla disciplina militare e – come avveniva fino a qualche anno fa – veniva posto agli ordini di un Generale proveniente dalle altre Forze Armate.
Fu designato per primo tale Generale Gonzaga, uomo tanto fedele alla Corona quanto alieno dalle virtù cristiane del suo illustre antenato San Luigi.
Ora si compie un ulteriore passo verso la terzomondizzazione: fino ad oggi, chi operava quale esercito privato sotto un usbergo sportivo (vedi il caso di certi nostri tifosi della Pallanuoto) doveva contare sulla generosità di qualche sponsor privato.
Il quale, constatato che la pubblicità da ciò derivata era negativa, si ritirava in buono ordine, gettando sul lastrico i paramilitari.
Ora costoro potranno contare sul cosiddetto pane dello Stato: che – come ammonivano i vecchi – è poco, ma sicuro: per gli sportivi, anzi, non sarà nemmeno tanto poco, potendosi contrabbandare sotto le mentite spoglie dello ingaggio di un atleta professionista.
Dopo avere soppresso i Comitati Olimpici Provinciali, e dopo avere trasmesso le competenze di quello Nazionale alla Sport e Salute S.P.A., rimaneva il problema di bypassare le Federazioni: le quali, essendo soggetti di Diritto Pubblico, avrebbero dovuto in teoria presentare il bilancio preventivo e consultivo.
Senza peraltro perdersi in simili bazzecole, essendo il cosiddetto mondo sportivo – tanto de facto come de jure – uno Stato nello Stato.
Ora lo Stato nello Stato è il Partito della Meloni, munito perfino delle sue Forze Armate.
Saviano ha rinunziato alle sue apparizioni pubbliche: da un lato, la escalation delle minacce provenienti dalla estrema Destra ha probabilmente indotto le Autorità di Polizia incaricate della sua sicurezza a sconsigliarlo, dato che alle intimidazioni delle Mafie si sono aggiunte quelle manifestate da tale parte politica; da un altro lato – e ciò risulta ancor più preoccupante – la opposizione (?) non è più in grado di assicurare un minimo di copertura neanche ad un personaggio di fama mondiale che si propone di difendere le sue ragioni.
Siamo proprio sicuri, però, che i cosiddetti Democratici contrastino effettivamente il Governo?
Non conosciamo la situazione di Reggio Emilia, né quella di Roma.
Se però Saviano fosse stato invitato ad Imperia, saremmo stati i primi a sconsigliarlo dal venire.
Da ora in poi, è meglio esercitare la opposizione rimanendo in qualche ospitale Paese straniero.
Vi è inoltre la minaccia costituita dal Decreto cosiddetto Rave Party: se per ascoltare Saviano si riuniscono più di cinquanta persone, la Questura può – a suo insindacabile giudizio – considerare il raduno pericoloso per lo Ordine Pubblico, e dunque intimarne lo scioglimento, pena la denunzia e lo arresto dei partecipanti.
Noi, per motivi analoghi a quelli che hanno sconsigliato Saviano dal parlare in pubblico, abbiamo rinunziato ad indire un convegno di studi, cui intendevamo invitare degli amici stranieri.
In Italia, un ospite è considerato tanto sacro che lo si può arrestare soltanto per essere tale.
Di questo passo – lo abbiamo già scritto e lo ripetiamo – saranno sconsigliati anche i pellegrinaggi a Roma.