Nel 1982 morì Umberto I di Savoia, ultimo Sovrano della sua effimera dinastia.
Nel 1982 morì Umberto I di Savoia, ultimo Sovrano della sua effimera dinastia.
A questo punto, i monarchici, i quali fino a quel momento si erano mantenuti compatti dietro alla sua figura ed alle le sue rivendicazioni, consumarono la rottura che non si era verificata nel 1922.
In occasione della Marcia su Roma, Vittorio Emanuele III aveva tentato di giustificare la propria mancata opposizione alle pretese di Mussolini affermando che il Duca di Aosta ne avrebbe approfittato per sostituirlo sul trono con il sostegno dei Fascisti.
La faida familiare ebbe un epilogo grottesco molti anni dopo a Madrid, dove Vittorio Emanuele mancato Quarto diede un pugno in faccia, mandandolo al tappeto, all’Amedeo.
Questi vinse però lo scontro per squalifica, dal momento che il Carignano venne espulso a vita dai raduni delle Case Reali europee.
Umberto non aveva mai riconosciuto la Repubblica, ma nel contempo aveva dissuaso i propri seguaci da ogni opposizione violenta nei confronti delle nuove Istituzioni.
Morto il vecchio Sovrano, costoro non si considerarono più tenuti a rispettare tale consegna, ma per fortuna della Repubblica cominciarono a disputare aspramente tra di loro.
I seguaci degli Aosta considerano infatti Vittorio Emanuele escluso ope legis dalla successione avendo sposato una donna non aristocratica – da loro definita sprezzantemente la Biscottai – senza il consenso del padre.
Rispondono gli sparuti seguaci dei Carignano asserendo che tale esclusione non opera ope legis, e che Umberto II non la aveva mai disposta con un atto formale.
Se i monarchici – tanto più essendo divisi – non possono contare né su di un consenso interno, né su di un appoggio di Paesi stranieri per tentare una restaurazione, diverso risulta il discorso per i cattolici cosiddetti sede vacanti.
Nel loro caso, la morte di Benedetto XVI, anziché causare una divisione, ha infatti ricompattato le varie anime del movimento.
Secondo alcuni dei suoi componenti, il Papato sarebbe finito con Pio XI, avendo costui rinunziato a rivendicare lo Stato Pontificio: il che – a loro avviso – non rientrava nelle facoltà del Pontefice.
Altri, invece, ritengono che il Liber Pontificalis debba includere tanto Pio XI quanto Pio XII.
Poi, sarebbe venuto il diluvio, essendo la negazione della Dottrina avvenuta con il Concilio considerata causa ope legis della decadenza di un Papa dalla sua carica.
Vero è che una diversa scuola di pensiero asserisce essere necessaria a tal fine una pronunzia del Sacro Collegio.
Ora, però, i sedevacantisti si ritrovano tutti uniti nella negazione della validità delle dimissioni presentate a suo tempo da Ratzinger, che sarebbe dunque morto in carica.
Si dovrebbe dunque riunire il Conclave, ma tale consesso risulta illegittimo, in quanto composto in prevalenza da Cardinali creati da Bergoglio: il quale – non essendo Papa – non poteva naturalmente nominarli.
Anche il libro sulla asserita detenzione in Vaticano di Benedetto XVI perde comunque tutta la sua attualità: il vecchio Papa, che fosse o meno recluso, non è più tale per il semplice motivo che é morto.
Ugualmente inutile risulta a questo punto la fatica profusa da un gruppo di volonterosi – tra cui lo stesso Bergoglio – che si erano dedicati a confutare i sedevacantisti in base al Diritto Canonico.
Don Minutella aveva comunque già anticipato tale circostanza, asserendo che il vero Pontefice è già stato nominato direttamente dallo Spirito Santo - il quale può ormai prescindere dalla fatica di ispirare i Cardinali – e che si tratta di un prelato residente nei dintorni di Roma.
Tale area geografica comprende naturalmente Albano Laziale, ma comunque aspettiamo che il designato si faccia vivo.
Il grande Gide aveva anticipato una situazione del genere componendo il suo esilarante romanzo intitolato I Sotterranei del Vaticano, di cui raccomandiamo la lettura a quanti vogliono conoscere il sottobosco tradizionalista: che non è cambiato dai tempi di Leone XIII, essendo composto di nobilastri, millantatori, truffatori, oltre che – naturalmente – di babbei disposti a dar loro credito.
Questa Corte dei Miracoli era già installata a Roma, dove ora stanno affluendo i rinforzi.
Il solo problema consiste verosimilmente nel fatto che gli Antipapi – risultando difficile dimostrare la loro qualifica – tenderanno a moltiplicarsi, arrivando allo scontro tra i rispettivi seguaci: proprio come avvenuto tra i Carignano e gli Aosta.
Avremo dunque modo di divertirci.
Salvo che i potentati dediti da tempo a destabilizzare il Vaticano decidano di intervenire, contando sul sostegno di due soggetti ben precisi.
Uno è rappresentato dalla consorteria guidata da Steve Banon e da Monsignor Viganò (che sia costui il misterioso Antipapa?), forti del sostegno dei Repubblicani statunitensi e di tutta la congerie di suprematisti bianchi, razzisti ed estremisti di Destra collocati tanto in America quanto in Europa.
Un altro possibile appoggio agli oppositori interni di Bergoglio può venire dal Governo italiano, di cui sarà dunque opportuno seguire le mosse nei prossimi tempi.
La tendenza autoritaria incarnata dalla Meloni trova inevitabilmente nella Chiesa un ostacolo alla reductio ad unum che intende operare – complice la inettitudine o la subordinazione delle altre parti politiche – non tanto nello Stato, quanto nella società italiana.
La quale trova nella Chiesa un soggetto capace di preservare la propria coesione, grazie alla rete di solidarietà ed assistenza costituita fin da quando essa aveva previsto la situazione attuale; come anche in grado di procurare una protezione ed una possibilità di espressione a chiunque – a vario titolo – dissenta dal nuovo potere.
In questo caso, però, non avremo il cosiddetto Tevere più largo, che garantisce la reciproca indipendenza tra lo Stato e la Chiesa, quanto piuttosto il Tevere trasformato in un fronte di guerra: non guerreggiata, ma ugualmente disastrosa per la nostra convivenza civile.
Una eterogenesi dei fini ha comunque fatto in modo che la Chiesa, ormai proiettata fuori dal vecchio mondo europeo, divenisse la estrema risorsa dei democratici italiani dinnanzi al dilagare della reazione.

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Mario Castellano  05/01/2023
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