Il grande Musil, per rappresentare la decadenza del grande Impero Austriaco...
Il grande Musil, per rappresentare la decadenza del grande Impero Austriaco – che egli chiama la Kakania -  descrive i preparativi inconcludenti di una grande festa di compleanno: risulta palese il riferimento a Francesco Giuseppe.
Tutti quanti gli Stati celebrano sé stessi, ma quelli giunti alla loro estrema consunzione non sanno più come farlo.
Viene in mente la similitudine con chi, dopo avere vissuto di ricordi, ne perde anche la memoria.
Risulta dunque meno penoso – ritornando al paragone con la Kakania – che la celebrazione non abbia luogo, così da evitare una brutta figura.
Nella quale si é invece imbattuto chi ha avuto la pessima idea di festeggiare la asserita cattura di Matteo Messina Denaro nel suo paese di origine, raggranellando soltanto la presenza di pochi individui.
Non conosciamo questo luogo della Sicilia, ma supponiamo che si sia trattato dei funzionari del Partito Democratico: quelli delle forze politiche di Destra non possono invece sputare nel piatto in cui mangiano, dovendo anche al Capo dei Capi il loro successo elettorale.
Essi vivono dunque una situazione schizofrenica, essendo costretti ad esecrare una persona da cui dipendono le loro fortune: non soltanto quelle elettorali, ma anche quelle personali.
Lo Statuto continuò ad essere celebrato ogni 18 marzo, fino a quando cadde la Monarchia, e venne sostituito con il 25 aprile.
A Sanremo, ove pure fu combattuta la Guerra di Liberazione, più di un elettore su tre ha votato per una forza politica che ritiene infausta la sua conclusione, ma ciò non impedirà di commemorarla.
È come se si continuasse a celebrare il compleanno di una persona defunta da tempo: se tale festa significa una vittoria – sia pure effimera - sul tempo, con la morte essa si traduce nel suo esatto contrario.
Anche nel caso delle manifestazioni contro la Mafia, cui vengono a volte convogliati gli ignari ragazzi delle scuole (portati addirittura in crociera – premio fino a Palermo), manca in chi vi prende parte non diciamo ogni identificazione emotiva, ma spesso anche la consapevolezza del loro significato.
Come si può pretendere che un giovane vada alla commemorazione del 25 aprile se gli basta accendere la radio per udire gli elogi più sperticati della Meloni?
E come si può pretendere che lo stesso giovane scenda in piazza esultando perché Messina Denaro è finito in prigione quando suo padre, per tirare avanti, deve chiedere lavoro a qualche Pezzo da Novanta?
Esiste dunque una discrasia irrimediabile tra il cosiddetto Paese legale ed il Paese reale.
A questo punto, si aprono due scenari: o il Paese legale – cioè quello che si oppone al Fascismo ed alla Mafia - trova nuove ragioni ideali su cui fondare il potere dello Stato, oppure sarà il Paese reale a vestire prima o poi i panni della Autorità costituita, e sostituirà le attuali celebrazioni con altre, verosimilmente coincidenti con le proprie epifanie.
Precisamente come fece Mussolini con il 28 ottobre.
Tale data, segnò tuttavia per molti connazionali il principio di una catastrofe: sia in quanto il nuovo Stato veniva edificato senza di loro, ed anzi contro di loro; sia perché da quella data essi cominciarono ad essere perseguitati a causa delle loro convinzioni.
Si dirà che i mafiosi sono invece perseguitati giustamente, trattandosi di delinquenti.
I compaesani di Messina Denaro, però, dimostrano di dissentire tanto dalla premessa quanto dalla conseguenza.
Precisamente come gli antifascisti, che non si identificavano con la Marcia su Roma, e con i Fascisti, che hanno lo stesso atteggiamento nei riguardi della Liberazione.
Se dunque si vuole evitare che le solennità risultino divisive, e soprattutto che risultino divisivi gli stessi principi su cui si fonda lo Stato, esiste una sola possibilità, che consiste nella applicazione del cuius regio, ejus religio.
Nella parte settentrionale del nostro Paese occorrerà dunque dividere i fascisti e gli antifascisti, mentre nel Meridione – che venne tutto quanto sottomesso dai Piemontesi
e ridotto al rango di colonia interna - basterà riscrivere i libri di storia usati nelle scuole.
Questo si è già fatto in varie situazioni, come in Ucraina, dove tutto quanto è russo viene demonizzato, mettendo nello stesso sacco non soltanto i Romanov, Lenin e Stalin, ma addirittura Puskin: malgrado questo grande poeta avesse pagato con la vita la propria opposizione alla autocrazia imperiale.
Nel già Regno di Napoli, verrà esaltata la memoria di Carmine Crocco e di Ninco Nanco; in Sicilia, quella di Salvatore Giuliano.
Fin qui poco male: nelle scuole austriache, si insegna che Garibaldi ed i suoi seguaci erano tutti delinquenti: il che, tuttavia, non ha mai frenato la affluenza in Italia dei turisti di quel Paese.
Sorgerà forse qualche problema quando Messina Denaro verrà presentato come un resistente.
A questo punto, però, i Meridionali emigrati al Nord saranno divisi – rispetto a quelli rimasti nei luoghi di origine – dalla rispettiva interpretazione della Storia.

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Mario Castellano  21/01/2023
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