Il Comune di Imperia si è trasformato in un laboratorio in cui si sperimentano i futuribili della politica italiana....
Il Comune di Imperia si è trasformato in un laboratorio in cui si sperimentano i futuribili della politica italiana.
I Democratici hanno da tempo stipulato con il Bassotto alcuni accordi sottobanco, mai sottoposti alla approvazione – preventiva o successiva – degli organi statutari.
Dei quali comunque non si sa nulla: né chi li componga, né quando si riuniscano, né quale sia il contenuto dei dibattiti che vi si svolgono.
Non tali comunque da suscitare alcun interesse nella base, il cui impegno militante – per usare un eufemismo – lascia molto a desiderare.
Dal portone di via San Giovanni non entra e non esce, da tempo immemorabile, assolutamente nessuno.
Se ci si avventura nei saloni – immensi e barocchi, come quelli immortalati in Lo anno scorso a Mariembad – ci si accorge che perfino gli arredi sono spariti: forse portati altrove, forse rivenduti in qualche mercato antiquario.
Vi é perfino chi asserisce di avere percepito la presenza di ectoplasmi: non si sa di quale dirigente, se Natta, Canetti o Torelli.
Lo spavento ha infatti reso difficile la loro identificazione.
Il Partito stesso vive comunque una esistenza fantasmatica, e – precisamente come avviene per gli spiriti dei trapassati – si esprime attraverso i medium.
Al classico richiamo Se ci sei, batti un colpo, ha risposto il Partito di Renzi.
In occasione delle elezioni politiche, i Renziani ed i Calendiani, appartate le loro divergenze, avevano presentato dei candidati anche ad Imperia, sia pure pescandoli tra i Carneadi
della nostra Provincia.
Ora costoro, non a caso guidati in Liguria dalla Paita, grande elettrice di Bucci, hanno già dichiarato che la Sinistra deve unirsi con il Bassotto.
Per impedire, verosimilmente, il colpo di Stato dei Colonnelli: o per meglio dire del Colonnello dei Carabinieri Fratello della Meloni, il quale minaccia addirittura una occupazione manu militari del Municipio.
Nel quale, ammesso che il suo tentativo riesca, non troverebbe più nessun osso da mordere.
A Frascati si direbbe: Qua se só magnati tutto!
I Sovietici usavano i Partiti Comunisti più insignificanti – addirittura quello di San Marino – per dimostrare che avevano ancora un seguito in Occidente.
I Democratici, consci di tale lezione, mandano in avanscoperta i Renziani e i Calendiani per dire che bisogna celebrare una riedizione locale del Compromesso Storico.
Non piú tra Moro e Berlinguer, ma tra Barbagallo e Scajola.
Possiamo ben dire, a tale proposito, Si parva magnis componere licet.
Se Parigi valeva bene una Messa, Imperia vale un autobus della Riviera Trasporti.
Il cui penoso arrancare ben rappresenta la decadenza della Città: ora vengono mandati sulla linea di Sanremo quelli un tempo adibiti al Gran Turismo, come se le carrozze reali fossero usate per i funerali di terza classe.
Se si intendeva dimostrare che i Democratici iniettano nuove energie nelle fila esauste della Destra ex berlusconiana, ora divenuta figlia di nessuno, ci pare si sia data la prova del contrario.
Zero più zero fa sempre zero.
Se gli ex Comunisti sapessero decifrare i segni dei tempi – Barbagallo non dovrebbe avere dimenticato il paterno ammaestramento di Don Drago – capirebbero che la scesa in campo di un alto Ufficiale della Benemerita indica la volontà della Meloni di trattare Imperia come fu fatto con Palermo al tempo di Dalla Chiesa: se non avremo i carri armati in piazza Dante, si sente quanto meno un tintinnio di sciabole.
Meglio sarebbe, dunque, stare alla larga da coloro contro i quali si prospetta di usare le maniere forti.
Prevale, invece, una antica solidarietà tra rampolli della vecchia partitocrazia
Si prospetta dunque uno scontro di Titani: da un lato il Colonnello, da un altro lato le Vecchie Glorie della Prima Repubblica.
Regna una atmosfera da ultimi giorni di Pompei, osservata con compiacimento dalla Legione Straniera degli extracomunitari.
In cui si trova di tutto: le Tigri del Bengala di Bensa, I Fratelli Musulmani di Piccardo, i Peruviani di Lanteri, i Marocchini della De Vizia, gli Ucraini di Taggia, gli Zingari romeni del racket della elemosina e gli Africani della Charitas.
Tra tanta folla multicolore proveniente dal Meridione del Mondo, i Frascatani risultano ancora quelli maggiormente assimilabili.
Non sappiamo chi vinca nel 2023, ma conosciamo in anticipo il nome del Sindaco del 2028.
Si chiama Mohammed Fatnasi.

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Mario Castellano  01/02/2023
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