Sulla Signora Schlein è uscito un articolo a firma di Maurizio Blondet...
Sulla Signora Schlein è uscito un articolo a firma di Maurizio Blondet, in cui si sostiene che la sua candidatura alla Segreteria del Partito Democratico sarebbe stata suggerita ai dirigenti italiani da parte di un settore dei Democratici americani, quello rappresentato dalla Deputata di Nuova York Alexandra Ocasio Cortez.
Questa Congress Woman, appartenente alla sempre più numerosa ed influente minoranza ispanoamericana presente negli Stati Uniti, si è fatta portabandiera delle istanze e delle tesi più radicali, giungendo al punto di sposare la causa della cosiddetta Cancel Culture.
Tale teoria si basa su di una rilettura della storia – tanto nazionale quanto mondiale – in chiave anticolonialista, e di conseguenza antieuropea.
I seguaci della Cancel Culture esprimono – nella loro azione politica – una furia iconoclasta: in principio, essi postulavano lo abbattimento dei monumenti in memoria degli Eroi della Confederazione, in particolare quelli del Generale Lee, colpevoli di difendere lo schiavismo.
Qualche anno fa, certa Sinistra italiana innalzava nei suoi cortei proprio le bandiere dei Sudisti, ritenendoli le prime vittime dello imperialismo yankee.
Se tra il pubblico vi era qualche afroamericano, probabilmente avrà malinteso.
In seguito, i fautori della cancel culture si sono rivolti contro le memorie di Cristoforo Colombo, cui fanno risalire il principio del genocidio – o quanto meno dello etnocidio - inflitti agli Indo americani, e perfino contro quelle di Giorgio Washington, colpevole di tenere degli schiavi neri nella sua tenuta di Monticello.
Da una delle sue servitrici, in verità, il Presidente ebbe dei figli, ed adempi ai suoi doveri di padre, senza tuttavia contrarre matrimonio: il che riaffermerebbe comunque il suo atteggiamento razzistico.
La Cancel Culture costituisce dunque una espressione dello identitarismo proprio degli Afroamericani e degli Indo americani, i quali danno una lettura degli eventi storici logicamente opposta rispetto non soltanto a quella dei cosiddetti WASP, ma anche a quella degli Italoamericani.
Questi nostri connazionali dedicano a Colombo la festività del Dodici Ottobre, quando sfilano orgogliosamente per le strade di ogni Città della Unione.
A chi non comprende simili contrapposizioni, risulta facile obiettare che anche i vari popoli europei venerano degli eroi considerati tali per avere combattuto contro altre Nazioni del nostro Continente.
Gli esempi si sprecano, ma è anche certo che alla presenza di una statua di Giovanna Di Arco nel centro di Parigi non viene attribuito nessun significato polemico nei confronti degli Inglesi.
Gli Stati Uniti si considerano viceversa una sola Nazione, e dunque il rinnegamento dello stesso Padre della Patria può sfociare – quanto meno nel lungo periodo – nella loro frammentazione.
Tale prospettiva evoca ricordi molto sgraditi, dal momento che la Guerra di Secessione rimane il conflitto più sanguinoso nella storia di questo Paese, oltre che il solo combattuto sul suo territorio.
Quella guerra non fu causata da motivi identitari – il Nord e il Sud non negarono mai di far parte di una stessa Nazione - bensì da motivi economici, non risultando più possibile la convivenza nello stesso Stato di una società industriale e di una società feudale.
Oggi, però, vi sono in quel medesimo contesto delle realtà multietniche, ed ambiti nei quali si riscontra invece una assoluta uniformità culturale.
Possono venire entrambi governati in base ad un solo ordinamento giuridico?
Il problema non riguarda soltanto Nuova York ed il Montana, ma anche Parigi e la Vandea, Londra ed il Sussex, Milano e la Val Brembana: tutte realtà destinate a divenire reciprocamente incompatibili nel momento in cui le metropoli tendono ad evolvere in Città – Stato, mentre esistono territori che tendono a ripiegarsi nella loro rispettiva identità.
È possibile che la Meloni indirizzi prima o poi il proprio autoritarismo verso la repressione precisamente di quelle identità che ritiene incompatibili con la sua concezione della Nazione italiana.
In cui, verosimilmente, non vi è posto né per i Musulmani, né per gli omosessuali.
A quel punto, però, visto che nel nostro Paese si tenderebbe a reprimere ogni diversità, la asserita ispirazione della Schlein alla Cancel Culture, ed il conseguente rigetto dello identitarismo proprio della parte politica opposta, potrebbe produrre situazioni come quelle cui abbiamo assistito in Russia, in Iran ed in Afghanistan.
Laddove il ceto occidentalizzante delle metropoli si è sollevato contro la miscela di nazionalismo religioso e di autoritarismo propria dei rispettivi Governi, accettata viceversa dalle vastissime periferie di questi Paesi.
A quel punto, la Schlein si metterebbe alla testa di qualche manifestazione di dissidenti, come faceva Pannella.
Il quale riuscì tuttavia a portare i Radicali ad essere egemoni: il divorzio si impose non in quanto istanza minoritaria, ma in quanto bisogno delle masse.
Oggi, però, non sembra che la popolazione sia disposta a mobilitarsi per i diritti propri delle minoranze.
I Comunisti accusavano Pannella di disinteressarsi dei problemi sociali, ma non tenevano conto che tale era anche la concezione della famiglia, per non parlare della stessa laicità dello Stato.
Oggi i loro eredi cadono nello stesso errore che un tempo imputavano ai Radicali.
Se – come purtroppo pare probabile – dovesse imporsi una soluzione autoritaria, la Schlein può sempre fare uso dei suoi passaporti stranieri.
Noi, purtroppo, non ne abbiamo nessuno.

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Mario Castellano  03/03/2023
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