La Signora Schlein ha iniziato il suo mandato di Segretaria annunziando un abboccamento con la Meloni.
La Signora Schlein ha iniziato il suo mandato di Segretaria annunziando un abboccamento con la Meloni. Se questo incontro va oltre la cortesia istituzionale, la attenzione delle interlocutrici deve riguardare, a nostro modesto avviso, due temi sui quali il Governo e la Opposizione – in ogni democrazia rappresentativa che non rischi di degenerare in una dittatura mascherata, ovvero in un conflitto civile – inevitabilmente convergono: uno è costituito dal rispetto delle regole costituzionali nel cui ambito necessariamente convivono la maggioranza e la minoranza; un altro è rappresentato dalla politica estera, quanto meno per ciò che concerne la collocazione di un Paese nella Comunità Internazionale. Se nello affrontare questi argomenti la Schlein dovesse lasciarsi tentare da un generico volemmoce bene (il colloquio avverrà a Roma), la Meloni si sentirebbe per ciò stesso incoraggiata a proseguire negli indirizzi assunti fino ad ora dal suo Governo. Le Costituzione – tanto materiale quanto formale - è già stata violata nel momento stesso in cui si è proceduto ad una sostanziale abrogazione della libertà di riunione. Su questo punto, abbiamo già esposto le nostre valutazioni, ed attendiamo che la Consulta si pronunzi: essendo inevitabile – quando saranno applicate le disposizioni contenute nel cosiddetto Decreto Rave Party – la promozione di un giudizio incidentale di legittimità costituzionale. Sia pure rispettando la competenza di tale Organo di Garanzia, il Capo della Opposizione ha il diritto – ed anche il dovere – di ammonire la Presidente del Consiglio che in tanto verranno rispettate le prerogative dello Esecutivo in quanto esso non menomi (ricorrendo per giunta alla decretazione) i fondamentali diritti politici dei cittadini. Se la Schlein si asterrà dallo esprimere questa precisazione, si renderà complice del processo - attualmente in atto - che conduce alla limitazione delle nostre libertà civili. Salvini ha gi annunziato la intenzione del Governo di rendere possibile la violazione, da parte della Polizia e senza un intervento del Potere Giudiziario, di domicili privati, quali sono le sedi dei movimenti politici. Per quanto viceversa attiene alla politica estera, la crescente ostilità del nostro Governo nei confronti delle Autorità francesi e tedesche – cioè di altri Paesi fondatori della Unione Europea - rivela un indirizzo cui una persona di formazione anglosassone e germanica quale è la Schlein dovrebbe essere particolarmente sensibile, cioè la ostilità nei confronti della cultura politica liberaldemocratica. Se vi è una tendenza che dovrebbe preoccupare chi ha radici oltre le Alpi, ed oltre il Canale della Manica, è la deriva del nostro Paese verso lidi terzomondisti. La democrazia ha sempre progredito quando ci siamo aggrappati alla frontiera del Nord - Ovest, ed ha regredito quando ci siamo proiettati nel Mare Nostrum. Che purtroppo non è soltanto nostro, ma anche degli Arabi e dei Levantini. I nostri vecchi dicevano sempre: Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei. Come abitanti di una terra di confine con la Francia, vorremmo ricordare alla Schlein che è in vigore il Trattato del Quirinale, promosso da Parigi - malgrado la vemente opposizione dei suoi Fratelli - per garantirsi un droit de regard sullo status delle zone prossime alla frontiera alpina. Questo strumento di Diritto Internazionale può avere un duplice uso: se a Roma è installato un Governo autenticamente europeista, serve ad incrementare dei legami attinenti non soltanto la cultura tout court, ma anche la cultura politica; se viceversa prevale lo orientamento contrario, lo si può viceversa impiegare da parte francese sia per tutelarsi, costituendo una sorta di zona – cuscinetto sul confine, sia per proteggere chi vive su questo versante delle Alpi dalle conseguenze della nefasta politica dei cannoni a Ventimiglia. Su questo punto, vorremmo che la Schlein fosse molto chiara, e i dirigenti locali del suo Partito farebbero bene ad esortarla alla massima energia nel confronto con la Meloni. Purtroppo, costoro sono troppo impegnati nelle vicende della Riviera Trasporti per dedicarsi a simili quisquilie. La Schlein ha conquistato il Nazareno sulla spinta del movimento – da lei a suo tempo promosso ed ispirato – detto delle Sardine. Questo precedente ci induce a catalogarla quale soggetto movimentista. Volendo essere ottimisti – nel senso gramsciano dello ottimismo della volontà – è come se nel 1968 un capo della contestazione studentesca fosse stato assiso alla Botteghe Oscure. Ci si deve attendere dunque dalla Segretaria Nazionale che ripeta in tale sede quanto operato mediante le Sardine. Tenendo conto, però, tanto delle luci quanto delle ombre. I giovani mobilitati dalla Schlein attraverso quattro oscuri universitari bolognesi - i quali, simili al famoso Balilla, sparirono però nei meandri della Storia una volta compiuto il loro gesto - diedero a Bonaccini la spinta necessaria per vincere, peraltro meritatamente, le Regionali. Ci voleva infatti un soggetto diverso dal Partito per tornare a riempire di popolo – e per giunta di giovani – piazza Maggiore. Venne anche riempita piazza de Ferrari, ma in questo caso non ci fu una ricaduta del movimento sul risultato delle urne. Per un motivo molto semplice: a Bologna, Bonaccini voleva vincere; a Genova, invece, Burlando voleva (farci) perdere. Arriviamo dunque al bivio davanti al quale si trova la Segretaria: se ci sono delle realtà in cui il Partito – sia pure compiendo il necessario rabberci – risulta ancora vitale, basta sostenere i dirigenti locali. Dove invece il Partito non esiste più – come a Genova e ad Imperia – bisogna buttare giù tutto e ricostruire dalle fondamenta. Questa è la decisione che spetta agli Ingegneri se si tratta di edifici, e che spetta ai dirigenti se si tratta di Partiti. Usando una diversa similitudine, è come quando i Medici decidono di amputare quelle parti del corpo che rischiano di trasmettere la infezione a tutto quanto lo organismo, provocandone la morte. Noi non conosciamo la situazione di Campobasso, né quella di Codroipo, e dunque non parliamo di argomenti in cui siamo profani. Il nostro panorama di poveri provinciali va da Ponte San Luigi fino a Punta San Nazario. In questo ambito, ridotto ma tuttavia da poter essere considerato come un laboratorio per il resto del Paese, rientrano Imperia, Savona e Genova. A Savona, si è vinto perché si evoluto vincere: se vi era qualcuno animato dalla opposta intenzione, non è stato necessario deferirlo alla Commissione di Controllo, la quale comunque serviva a suo tempo soltanto per sanzionare chi dissentiva dalla Linea (leninista) del Partito. È bastato lasciare che si esprimesse la base. Ad Imperia, abbiamo dei dirigenti che preferiscono occuparsi di ferramenta, anziché di politica; e che invece di cambiare la linea (perdente), cambiano la serratura. Costoro sono come dei medici che ritengono di guarire la febbre rompendo il termometro. La Federazione deve essere immediatamente commissariata. Lo stesso discorso vale per il Regionale: il Segretario sapeva benissimo che Burlando avrebbe sabotato la candidatura di Dello Strologo, ma non ha mosso un dito per impedirlo. La Schlein ritiene forse che per ovviare a questa situazione basti mobilitare di nuovo le Sardine. Lincoln diceva però che si può raccontare tutte le volte una bugia ad una persona, si può raccontare una volta una bugia a tutte le persone, ma non si può raccontare una bugia tutte le volte a tutte le persone. La mobilitazione potrebbe dunque non ottenere lo stesso successo del passato. A parte questo, ogni movimento serve quando si è in grado di strutturarlo, dandogli una motivazione non contingente, e soprattutto mobilitando una o più categorie di persone. Può trattarsi di un ceto sociale – come quello che aspira ad uscire dal precariato – o di una popolazione che vuole conquistare la autonomia, se non la autodeterminazione. Altrimenti, esso si sgonfia, oppure viene soffocato con una azione di Polizia. Ci hanno domandato se siamo disposti a mobilitarci al seguito della Segretaria Nazionale. Siamo stati tentati di rispondere con una domanda, e cioè se sono disposti a farlo i dirigenti di via San Giovanni. La Schlein, però, non ha colpa delle loro azioni e omissioni. Assumerà invece una responsabilità gravissima se mobiliterà i giovani senza offrire loro altro supporto che non sia quello rappresentato dalla Stampa Estera.