Le vicende della candidatura del Generale si sono intrecciate...
Le vicende della candidatura del Generale si sono intrecciate - riproducendole con analogia tanto impressionante da apparire blasfema - con quelle rievocate nella Settimana Santa.
Vi è in particolare una situazione, descritta nei Vangeli, che risulta simbolica della Passione vissuta da Zarbano: come Gesù Cristo venne arrestato, processato e crocifisso, anche questo Alto Ufficiale ha dovuto subire la condanna da parte del Sommo Sacerdote Caifa, custode della ortodossia destrorsa ed impersonato nella fattispecie dal Bassotto.
Il ruolo di Ponzio Pilato – in entrambi i casi trattandosi di esponenti del potere romano – è stato assunto dalla Meloni: la quale, prendendo un atteggiamento di apparente neutralità nella vicenda,
se ne è lavata le mani.
Si dice peraltro che costei ignori perfino dove si trova Imperia.
Da parte loro, i Fratelli locali, dopo avere accolto trionfalmente il Generale – precisamente come era avvenuto a Gerusalemme con la entrata di Gesù nella Domenica delle Palme – sono tutti spariti, simili agli Apostoli, nel momento della disgrazia.
Lo sventurato è stato dunque lasciato solo dai Camerati.
Fino a qui le analogie.
La Resurrezione segno il momento in cui i Dodici ritrovarono la fede nel Maestro, e da allora in poi si diedero a diffondere il suo Vangelo, anche al prezzo del martirio.
In realtà, la Resurrezione di Zarbano è avvenuta soltanto a metà, essendo costui riapparso non già nel suo Corpo Glorioso, bensì tutto ammaccato dalla degradazione inflittagli a Roma.
Nella parte della Maddalena si è distinta comunque la sua gentile Signora, la quale annunzia ai seguaci il miracolo avvenuto nel Sepolcro.
Ove rimane, a testimoniare la Resurrezione, il Sudario, rappresentata nel nostro caso dai costosissimi gadget elettorali, riusati e trasformati in prova dello avvenuto Miracolo.
Di cui rappresentano il più sostanzioso risultato: la ingente somma spesa fino ad ora non soltanto evita di essere sprecata, ma anzi garantisce la produzione della più preziosa tra le reliquie, cioè la Sacra Sindone.
Il ruolo dello Angelo che pronunzia la famosa frase Surrexit, non est hic! viene assunto da Luigi Basso, il quale esorta i Discepoli a raggiungere la Galilea – in questo caso la Liguria Indipendente – dove potranno di nuovo incontrare il Maestro.
Grazie alla Resurrezione, il rabbino eretico scomunicato e perseguitato si trasforma comunque nel Messia, mutando la sua missione da quella del personaggio incaricato di riscattare il suo popolo (nella fattispecie i Fratelli della Meloni), oppresso dal dominio romano, in quella – ben più rilevante - di Salvatore della Umanità intera.
Ciò determina naturalmente la sostituzione della Antica con la Nuova Alleanza, e la divisione tra la religione israelitica e quella cristiana.
Gli Autonomisti liguri prendono il posto degli ex Fascisti.
Tale esito offre una chiave di spiegazione allo assordante silenzio dei Fratelli, i quali paiono essersi smaterializzati: invano si cerca una dichiarazione (benché Strescino figuri da sempre tra i Dichiaratori più accaniti), ovvero un comunicato stampa.
I Meloniani assumono dunque in questa vicenda il ruolo dei Giudei, delusi perché Gesù non aveva restaurato il Regno di Israele, e quindi non disposti a riconoscerlo come il Messia.
Il loro mutismo ha tuttavia più il sapore dello analfabetismo che quello della discrepanza di carattere teologico.
Quanto al ruolo di Giuda Iscariota, esso risulta di incerta attribuzione.
Vi deve essere stato certamente qualcuno che – in cambio dei proverbiali Trenta Denari – si è dato da fare per assecondare a Roma le trame del Bassotto.
La Russa è indubbiamente il maggiore indiziato, benché non si capisca che cosa ci abbia guadagnato.
Anche un suo suicidio, dovuto al pentimento ed alla vergogna, risulta altamente improbabile.
Bracco, intanto, è circondato dagli uomini (e dalle donne) del Partito Trasversale, che hanno costituito intorno alla sua persona una sorta di cordone sanitario.
Si è ripetuta con il candidato democratico la manfrina di una convocazione diramata a suo nome da qualcuno del seguito, e poi rimangiata dallo interessato.
Nel ruolo di guardie del corpo si distinguono i vetero comunisti, sopravvissuti in una sorta di capsula del tempo.
Costoro si raccolgono tradizionalmente intorno alla Società Operaia di Mutuo Soccorso di Oneglia: in cui vi è chi sostiene il candidato precisamente come la corda sostiene un impiccato.
Non ci è sfuggito il patrocinio concesso dalla Amministrazione Comunale ad una iniziativa di questa consorteria.
Lungi però da noi formulare qualsiasi insinuazione, essendo i suoi Dirigenti personaggi noti per la loro fede adamantina.
Peccato che abbiano mandato il Compagno Vatteone a farsi scrivere da noi – dopo averci marchiati con il poco encomiastico epiteto di millantatore (sic) – il discorso in onore di Senardi.
Noi saremo forse dei millantatori, ma non siamo analfabeti.
La immagine della Sinstra locale che emerge dall’attuale vicenda elettorale è comunque quella di un club composto di nostalgici, di laudatores temporis acti.
Non si vede un solo giovane, ed il candidato farebbe bene a domandarsi quali sono i motivi.
Manca solo che si evochi Sandro Natta, in una apposita seduta spiritica: Fantasma, se ci sei batti un colpo!
Abbattendo, possibilmente, un capo di selvaggina.