Rimane da chiarire un mistero, nella drammatica vicenda che ha portato alla degradazione del Generale ad opera di La Russa: del quale ignoriamo il grado ricoperto nelle Forze Armate, comunque certamente inferiore rispetto a quello del candidato a Sindaco. Nella cui pertinace volontà di continuare a combattere si coglie una sia pur lontana reminiscenza del Risorgimento, quando i volontari cantavano: Senza armi, senza bandiere, e per quartiere i cieli chiari. Ogni volta che scoppiava una guerra, vi era appunto chi disertava dalle forze regolari per parteciparvi: portando naturalmente con sé una certa padronanza del mestiere, ma aggravando nel contempo i problemi della Intendenza. Che, comunque, vengono usualmente sottostimati dai militari. Al punto che De Gaulle ripeteva sempre: La Intendence suivra. Lasciando intendere che se non fosse seguita, per lui faceva lo stesso. Il Generale assomiglia dunque a quanti – pur di combattere – non si curano né di uniformi, né di stipendi. La Russa è sicuramente rimasta con un palmo di naso quando ha conosciuto la sua decisione di partecipare in qualità di irregolare ad una guerra per bande. Tale essendo quella in corso ad Imperia. Se i superstiti seguaci del Generale assomigliano ad un piccolo gruppo di guerriglieri, quelli – ben più numerosi – messi in campo dal Bassotto ricordano le orde composte dai popoli migranti, con alla testa i guerrieri: cui facevano seguito i carriaggi, sui quali venivano caricati le donne. Le quali, nel momento del combattimento, incitavano gli uomini con le loro urla. Da questo punto di vista, il seguito del Sindaco risulta insuperabile. Le tifose della Pallanuoto, inquadrate dal fido Brioglio, solgono infatti accoglierlo alla Piscina Cascione con grida orgasmiche. Non sappiamo se qualcuna tra loro abbia avuto una gravidanza isterica, ma questa notizia non ci stupirebbe, trattandosi di un fenomeno correlato con il forte desiderio di un coito, consumato però soltanto fantasticamente, od oniricamente. Le orde barbariche venivano di solito disastrosamente sconfitte quando confliggevano con degli eserciti regolari. Ciò avvenne ad esempio ai Campi Catalunnici – presso la attuale città di Aix en Provence – dove il generale romano Ezio distrusse i seguaci di Attila. Il quale, giunto sul Mincio, era stato fermato e deviato – secondo la leggenda - dal Papa Leone Magno. Nei cui panni sinceramente non vediamo né il Vescovo di Ventimiglia, né quello di Albenga: entrambi propensi piuttosto a benedire le schiere mobilitate dal Bassotto. Nessuna Legione, comunque, fronteggia gli armati del Sindaco, ma soltanto piccoli gruppi di volontari. Deus per Francos, si diceva dopo la conversione di Clodoveo, che aveva fatto della Francia la Figlia Primogenita della Chiesa Cattolica: tanto bastò per procurare una protezione celeste alle successive gesta dei suoi guerrieri. Quelli schierati dal Bassotto sono ormai debordanti: perfino Suhaila Piccinini – pur dopo avere pronunziato la Shahada – esibisce in bottega i loro cosiddetti santini. Il cui stesso nome ricorda più le sacrestie che le moschee. Alla origine di questa avanzata trionfale, della marcia di un rullo compressore che sembra sul punto di schiacciate tutto e tutti, rimane pur sempre il mistero della telefonata tra Roma e Imperia. Della quale il Presidente del Senato ammette che sia avvenuta, ma limitandosi agli auguri pasquali. Può anche darsi che il noto picchiatore siculo – ambrosiano abbia paradossalmente ragione. In Giappone, i mafiosi locali entrano nei negozi dei rivali, e cominciano a decantarne la mercanzia e gli arredi: tanto basta per seminare il terrore. Nello ambiente di origine di La Russa, è sufficiente la visita di un Pezzo da Novanta per considerare sussunte non soltanto le conseguenze di un rifiuto ai suoi desiderata, bensì anche la loro diretta esposizione. Probabilmente, il Fratello della Meloni ha profferito il proverbiale: Baciamo le mani! Tanto è bastato perché il suo omaggio si ritenesse esteso ad altra parte – meno nobile - del corpo umano. Tra i due siciliani, il Generale si è confermato nel ruolo di Uomo di Onore. Dopo il suo rientro ad Imperia, appare però più simile ad un kamikaze che ad un samurai. Nel suo suicidio, inoltre, trascina altra gente. Gli rimane la consolazione del Principe di Salina, il quale diceva di appartenere ai Gattopardi: cui sarebbero seguiti gli sciacalli, pronti ad avventarsi sul Municipio precisamente come su di un corpo ormai in decomposizione. La loro massa fa tuttavia pensare che non vi sarà cibo sufficiente per tutti. I candidati sono comunque già ridotti a numeri: nel senso letterale del termine, non essendo più ammesso distinguersi in base al Partito. Quanto alle liste, esse ricordano ricordano le Compagnie di Ventura, riconoscibili dal nome del Capo, fosse il Gattamelata o il Colleoni, il Carmagnola o Giovanni della Bande Nere o Braccio da Montone. In questo caso, il nome viene però ripetuto, come per significare che la mia lista lava più bianco della tua, o fa meglio risplendere i denti. La autoreferenzialità è giunta fino al punto di contendersi il marchio. Se quello di Bassotti fosse ufficiale, si finirebbe sottoterra.