Un amico musulmano, il quale ha già acquisito la cittadinanza italiana, ci ha confidato che voterà per il Sindaco uscente, avendone apprezzato la presenza alla Festa del Fitr.
Un amico musulmano, il quale ha già acquisito la cittadinanza italiana, ci ha confidato che voterà per il Sindaco uscente, avendone apprezzato la presenza alla Festa del Fitr.
Il suo rivale, Ispettore Bracco, è offeso con noi perché ci siamo permessi di dire al suo riguardo, in altra occasione, queste testuali parole: Non lo vedo.
Speriamo che non ci denunzi per Vilipendio di Pubblico Ufficiale, ma neanche il più severo dei Giudici Penali ci riterrebbe incorsi in tale fattispecie di reato.
I Musulmani di Imperia possono comunque dire anche essi, a proposito dello Ispettore, che non lo hanno visto.
Questo ha indubbiamente influito – in modo a lui sfavorevole – sul loro orientamento elettorale.
Certi dirigenti della parte politica con cui Bracco si è schierato si vedevano invece spesso a Belgrado.
Se ne deduce che costoro considerano più importanti i loro rapporti di affari rispetto alla relazione con tanti nostri concittadini di elezione.
I quali hanno sviluppato la tipica mentalità di chi vive in Paese straniero, per giunta in partibus infidelium.
Noi la conosciamo bene, avendola acquisita nei lunghi anni trascorsi allo estero.
Dove spesso basta un piccolo gesto per farsi amico lo straniero.
Una volta, ci capitò di augurare ad un musulmano Ramadan Karim perché costui ci volesse ad ogni costo offrire da bere.
Gli altri candidati sono dei fantasmi, ai quali la religione islamica vieta di credere.
Ciò premesso, merita spendere ancora qualche parola sulla costituzione di un asse Scajola – Piccardo.
Tale evento ha impattato su Enrico Lupi al punto da fargli emettere dei latrati: il che, nel suo linguaggio animalesco, sta a significare disapprovazione, mista con il terrore.
Il nostro Imam è pervenuto alla decisione di stringere una così inusitata alleanza avendo valutato tanto la situazione nazionale quanto quella locale.
Sul piano nazionale, possiamo testimoniare di come Piccardo abbia sempre auspicato la apparizione di un soggetto politico contrapposto al sistema, di una opposizione riferita non tanto a questo o a quel Governo quanto piuttosto al sistema politico ed economico nel suo insieme.
Egli ha successivamente creduto di identificare questo soggetto nei Leghisti – al tempo in cui erano ancora separatisti – e poi nei Pentastellati.
Non conosciamo il suo atteggiamento nei confronti dei movimenti di contestazione sorti nel periodo della epidemia, ma essi sono stati così effimeri che non hanno probabilmente fatto in tempo ad illuderlo, e poi a deluderlo.
Anche i Partiti di Bossi e di Grillo si sono tuttavia rivelati come altrettante meteore, risultando privi di una cultura politica alternativa.
Questa carenza ha impedito loro di radicarsi, per cui il seguito si è rapidamente disperso.
Il Partito della Meloni è viceversa munito di un suo apparato ideologico, e conta su di un consenso abbastanza fedele e consistente, almeno in alcune parti del Paese.
Tale da farle sperare di consolidarsi, e di sopravvivere ad un breve volgere di stagione.
Rispetto alle idee della Presidente del Consiglio ribadiamo ancora una volta il nostro dissenso.
Noi non ce la sentiamo di idealizzare tutta la storia trascorsa dalla Unità al Venticinque Luglio, e di squalificare specularmente tutta quella successiva.
Anche il tentativo – sia pure fallito – di costruire un regime democratico di massa occupa infatti un posto di rilievo nella vicenda italiana.
Per non parlare del fatto che la stessa pretesa di fondare un regime su di una lettura della Storia finisce per qualificarlo non soltanto come identitario – fin qui non vi è nulla di male – ma anche come ideologico.
Per cui non troveranno più spazio quanti ne dissentono.
Piccardo si pone verosimilmente anche egli questo problema, ma si rallegra in quanto assiste al ripudio della eredità liberaldemocratica.
Che egli considera – peraltro giustamente - incompatibile con la identità islamica.
Basta però al nostro Imam visitare il seguito della Meloni per trovarvi anche un consistente numero di tradizionalisti cattolici, i quali certamente non hanno in simpatia la sua Fede, con tutto quanto essa storicamente rappresenta.
Piccardo può ragionevolmente trovare un modus vivendi con costoro?
Questo è certamente possibile nello immediato, nella misura in cui tutte le identità – ed in particolare quelle religiose – sono portate a ripudiare le ideologie tendenti ad una reductio ad unum del mondo.
Poi, però, quanto più forti risultano le identità, tanto più esse sono destinate a confliggere.
Veniamo però con ciò al discorso riguardante Imperia.
Dove il disegno delineato da Piccardo ottiene il suo massimo successo.
Senza volere assolutamente sminuire i suoi meriti quale accorto stratega e sottile diplomatico, vi è un fattore ambientale che comunque lo favorisce, costituito dal fatto che dalla altra parte vi è il vuoto totale.
Il Bassotto, infatti, non ha mai avuto una cultura politica, e per giunta non rappresenta nessuna identità.
Come ci ha fatto rilevare in occasione del Fitr un convertito locale, tanto più convinto in quanto alieno dal bigottismo ottuso e becero del suo correligionario Mohammed Bensa, è tutta quanta la Liguria che ha smarrito la propria, non abbastanza forte per contaminare ed assimilare le successive immigrazioni.
Ne deriva che Piccardo, annettendo Scajola, compie una brillante operazione di cosiddetto entrismo.
Il Bassotto è stato associato dalla Meloni in quanto la Sorella aveva urgente bisogno di due cose: i voti ed il controllo territoriale.
I voti ci sono, una volta annessi quelli di Berrino, uomo privo di leadership.
Quanto al controllo territoriale – essendo la cosiddetta Sinistra estinta da tempo immemorabile – basta e avanza la Pallanuoto.
Davanti alla quale i nemici fuggono a gambe levate.
Manca però completamente non tanto una ideologia – della quale si può anche fare a meno (la Intendence suivra, diceva il Generale De Gaulle) – quanto piuttosto una identità.
Che costituisce precisamente il materiale con cui si edificano oggi i regimi.
Il denaro generosamente offerto dagli uomini di affari fedeli al Sindaco può servire per restaurare le Chiese, ma non per riempirle.
Ecco allora schierato lo esercito dei veri Credenti.
La cui fede è destinata a sopravvivere alla fragile infrastruttura rappresentata dal seguito del Sindaco: il quale, peraltro, non fa più neanche finta di avere un Partito.
Insieme a Franco Amoretti e a Luigi Sappa, il Bassotto può soltanto giocare a poker: naturalmente col Morto.

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Mario Castellano  30/04/2023
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