La Comunità Islamica di Imperia è scatenata nel più entusiasta e fervente sostegno elettorale ...
La Comunità Islamica di Imperia è scatenata nel più entusiasta e fervente sostegno elettorale al Sindaco uscente.
Chi non è in possesso della cittadinanza italiana va comunque alla ricerca di un amico, di un collega, di un vicino di casa da persuadere.
I più privilegiati nello espletamento di tale compito risultano (Bensa docet) i badanti e le badanti, essendo i nostri vecchi rimbambiti affetti dalla cosiddetta Sindrome di Stoccolma.
Il classico entusiasmo dei neofiti, che contraddistingue i convertiti alla fede islamica, opera qui – per così dire – alla rovescia, inducendo i Musulmani a considerare alla stregua di un dovere religioso procurare voti al Bassotto.
Al quale ha certamente giovato la epifania – accuratamente inscenata con la regia di Hamza Piccardo – in occasione della grande festa del Fitr.
Anche noi, che vi abbiamo presenziato uti cives, veniamo riconosciuti e ringraziati per la strada da sconosciuti che hanno notato e gradito la nostra presenza: si possono dunque comprendere i sentimenti riferiti al Primo Cittadino, apparso in veste ufficiale.
Il famoso episodio del copricapo – peraltro del tutto privo di significato liturgico – ha prodotto il duplice effetto di entusiasmare i Musulmani e di dividere radicalmente i Cristiani.
Vi è infatti un settore di estrema Destra – guidato da Enrico Lupi – che accusa il Sindaco di apostasia, oltre che di favorire un subdolo disegno di sostituzione etnica, riguardante la intera Europa Occidentale.
Altri – con maggiore equilibrio - ricordano come anche il Papa venga periodicamente ritratto mentre indossa il copricapo di piume tipico dei Grandi Capi degli Indiani di America, ma non per questo abbraccia la loro religione.
Quanto a Mohammed Bensa, ha colto la occasione per scrollarsi di dosso il marchio di primo apostata della Chiesa locale.
Il suo commento, dalla Moschea di via Serrati, suona tanto compiaciuto quanto lapidario:
Il fratello Scajola ha trovato la via della vera Fede! Gloria ad Allah Onnipotente e Misericordioso!
In realtà, quanto si è consumato in occasione della Festa del Fitr è stata la pubblica stipula di un patto destinato da una parte ad influire profondamente sulle vicende future, e da una altra parte preparato a lungo ed accuratamente mediante la azione diplomatica trasversale svolta da Hamza Piccardo.
Forse si può ancora trovare su Internet un filmato realizzato in occasione di un incontro pubblico, svoltosi in Sicilia, in cui aveva preso la parola Pietrangelo Buttafuoco, aderente al movimento islamico dei Sufi, auspicando il ritorno della sua Isola al cosiddetto Dar Al Islam e concludendo con una espressione in lingua regionale di origine araba.
A questo punto, lo scrittore veniva pubblicamente abbracciato da Hamza Piccardo, anche egli siciliano per parte di madre.
Ora Buttafuoco dirige a Roma la Fondazione culturale che fa capo alla Meloni, e proprio nella Capitale un terzo siciliano – il Generale Zarbano – è stato stritolato nella tenaglia stretta dai suoi due compaesani.
Sun Tzu afferma nella sua Arte della Guerra che il miglior Generale è chi vince una guerra senza combatterla.
Se ne deduce che il peggior Generale è per converso chi senza combatterla riesce a perderla.
Facendo per giunta la figura del coglione.
Come è appunto successo al malcapitato Zarbano.
Siamo dunque giunti ad un nuovo e decisivo capitolo della meridionalizzazione: dopo la ondata dei poveri immigrati con la classica valigia di cartone, e dopo lo insediamento delle attività economiche implementate da mafiosi, ndranghetisti e camorristi – che presentavano però il difetto di essere illegali - è ora la volta degli islamisti.
La cui crescente influenza è concepita concordemente da Piccardo e da Buttafuoco come un elemento della espansione islamica nel mondo.
Non sappiamo se lo accordo volto a favorire, nello ambito di questo disegno, il rafforzamento della leadership della Meloni sia tacito od esplicito, ma risulta evidente la convergenza tra gli interessi degli uni e degli altri.
Il Bassotto ne trae comunque un evidente beneficio immediato.
Egli deve però rispondere alla richiesta di aiuto proveniente dalla Meloni, la quale ha urgente bisogno di uomini: il Sindaco dispone soprattutto di donne, ma questo è un altro discorso.
A tale situazione ben si addice quanto riferito un tempo allo Eroe dei Due Mondi: Garibaldi manda a dire che ha bisogno di soldati, manderemo preti e frati, formeremo un battaglione.
A causa della crisi delle vocazioni, oggi vengono mandati degli Imam.
I Musulmani sono in grado di sopperire alla richiesta di rinforzi espressa da una parte politica ormai obsolescente ed esangue, ed i loro militanti – a differenza dei pallanuotisti – non sono né mercenari, né coscritti.
Essi, però, rispondono soltanto ai propri capi.
Osservando il Vertice tra Scajola e Piccardo, in cui questo ultimo figurava circondato da un esercito in apparenza straccione, un osservatore superficiale ne avrebbe tratto la impressione che il patto leonino stipulato tra i due favorisse il Sindaco.
In realtà, il rapporto di forze favorisce il nostro Imam.
Il Bassotto se ne rende conto, e per questo non sembra entusiasta.
Il Municipio non assomiglia al Quartier Generale di un Esercito vittorioso, ma piuttosto ad una fortezza assediata.
Di qui la necessità di osservare una rigida disciplina.
La tensione – malgrado la certezza di un responso favorevole delle urne – risulta infatti palpabile.
Si scorgono dovunque persone in uniforme: oltre ai Vigile ed ai Messi, la indossano anche gli addetti alle più svariate mansioni.
Vi è chi veste la giacca dei Gendarmi Vaticani addetti alle sedi extraterritoriali, e chi un maglione simile a quello dei Carabinieri in uniforme di campagna.
Questa moda fu tipica della Russia imperiale, dove gli impiegati di ogni Ministero portavano una divisa corrispondente al grado e alle mansioni di ciascuno.
Poi venne la Rivoluzione.
Circola in Cittá un provocatore, il quale tenta di indurre le persone – insultandole e minacciandole – a sottoscrivere un suo articolo, che a suo dire causerebbe la decadenza del Sindaco per incompatibilità.
Tale asserzione non ha alcun fondamento.
Costui sa infatti di Diritto Amministrativo come il Conte di Cagliostro sapeva di magia: si tratta, in ambedue i casi, di ciarlatani.
Se questo personaggio è veramente convinto delle sue ragioni, non ha che da presentare un ricorso al Tribunale Amministrativo: naturalmente con la sua firma.

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Mario Castellano  5/5/2023
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