Il precetto della religione islamica ...
Il precetto della religione islamica – che secondo alcuni maliziosi sarebbe stata abbracciata dal Bassotto (al suo paese direbbero Che s´ha da fá pe´ magná!) - permette ad ogni uomo di avere un massimo di quattro mogli, purché voglia bene a tutte allo stesso modo.
Tale clausola ci pare piuttosto difficile da adempiere, ma non è questa la sede – né possediamo la necessaria competenza – per disquisire sulle Scienze religiose.
Risulta comunque evidente che il Sindaco, dal punto di vista politico, ha già fatto – come si suole dire – lo en plein, e dunque tocca a lui dimostrare che si possono vivere quattro matrimoni (intesi in senso politico) nel rispetto della Legge di Dio.
Questo è reso oggettivamente più facile dal fatto che sono tutti quanti matrimoni di interesse.
Cominciamo da quello che è arrivato ultimo in ordine di tempo, precisamente cioè dal connubio con i Musulmani.
Non sappiamo se Pietrangelo Buttafuoco si dedichi alla senseria matrimoniale, ma certamente in questo caso ha svolto in modo eccellente il ruolo di pronubo.
Nel Settecento, alludendo alle nozze combinate dagli Asburgo per estendere la loro influenza in Europa, si diceva: Felix Austria nube!
Ora la espansione islamica, che terrorizza personaggi come Enrico Lupi ed il Ministro Salvini (entrambi invidiosi della poligamia) non si realizza con le armi, bensì mediante le influenze politiche.
Abbiamo già descritto come Piccardo e Buttafuoco abbiano unito le forze ai danni del malcapitato Zarbano.
Il secondo matrimonio politico contratto dal Sindaco è quello celebrato con il settore della estrema Destra distaccatosi dal Generale, mediante una operazione condotta in due tranches: dapprima Saso aveva fatto il gran rifiuto, arruolandosi nella Falange dei Bassotti; in seguito – dopo la degradazione del Generale - altri suoi Fratelli hanno rinnegato il legame di sangue che li univa con lui.
Quale interesse cementa questa unione?
Un motto tipico della Destra neofascista dice: Il nostro onore si chiama fedeltà.
Obbedendo al loro giuramento, questi Fratelli della Meloni si sono allineati con gli ordini di Roma.
Padre Dante avrebbe commentato con il suo celebre verso: Vuolsi così là dove si puote ciò che si vuole, e piú non dimandare.
Il terzo matrimonio è il solo contratto secondo natura, come vuole la propaganda dei tradizionalisti cattolici, che avversano fieramente le unioni omosessuali, ed è quello con la Meloni.
La quale assomiglia al Mussolini del 1924, quando il Duce celebrò il Congresso Nazionale di Napoli, nel corso del quale confluirono nel Partito i Nazionalisti di Federzoni.
Anche costoro disponevano del proprio esercito privato di squadristi, detti le Camicie Azzurre.
Scajola reca analogamente alla Sorella lo apporto die Pallanuotisti.
I quali, pur avendo perduto lo smalto dei tempi passati, quando riempivano piazza San Giovanni per inneggiare alla vittoria nel Campionato, confermano comunque il motto in base al quale Tutto fa brodo.
In una logica di consolidamento del nuovo regime, non conta tanto il comune sentire ideologico, quanto la disponibilità a collaborare in ciò che sta piú serve alla Presidente del Consiglio, cioè il controllo territoriale.
Che ad Imperia risulta ben piú totale e ferreo rispetto ad altri luoghi, ma viene garantito dal nuovo (fino ad un certo punto) alleato.
Il quale nel suo Discorso di Capodanno – questo costume lo accomuna ai Capi di Stato – aveva proclamato la sua incondizionata fedeltà alla Borgatara
La relativa mancia è arrivata puntuale, ma è stata pagata dal povero Zarbano.
Il quale verrà ricordato come colui che prende gli schiaffi.
Ultimo matrimonio, quello con il settore di Sinistra (!?) confluito nella Destra.
I suoi dirigenti girano per la Cittá pronunziando discorsi disfattisti, secondo cui la loro (ex) parte politica è destinata alla disfatta: si tratta naturalmente della classica profezia che si autoavvera.
Questo, tra tanti matrimoni di interesse, è indubbiamente il piú interessato di tutti.
La Città vede da molto tempo incrociarsi ogni sorta di provocazioni.
Un tempo, questo metodo era dominio incontrastato della Destra.
Ora, però, tale settore si sente così sicuro della vittoria che può indossare il classico doppiopetto, lasciando ad altri il lavoro sporco.
Il provocatore che afferma di poter causare una decadenza del Sindaco per incompatibilità non viene dai ranghi della Sinistra, ma è manovrato da quei suoi esponenti che sono transitati dalla parte opposta.
Con armi – quali sono appunto le cosiddette false flag - e bagagli: rappresentati dalle prebende di cui costoro godono grazie alle Amministrazioni Comunale e Provinciale.
Il clima si fa dunque sempre piú minaccioso e pesante, e quanto avviene ad Imperia trova riscontro nel ritorno di fiamma della politica dei Cannoni a Ventimiglia.
Il Governo di Roma cerca ostinatamente lo scontro con la Francia.
Lasciamo da parte il casus belli: è un segreto di Pulcinella che a Ventimiglia opera una organizzazione dedita a far passare il confine a chi sia in grado di pagare, portando con sé delle raccomandazioni adeguate fin dai luoghi di provenienza.
Il vero oggetto del contendere è costituito dalla idea della Europa: quella propria di Macron è incompatibile con la concezione che anima la Meloni.
La quale ha trasformato il nostro Paese nella plaque tournante dello estremismo di Destra nel Continente: che la Signora miri ad installare Abascal a Madrid e la Le Pen a Parigi, lo dichiara ella stessa.
A questo punto, però, il centralismo romano che la Meloni incarna si riprodurrà specularmente negli altri due Paesi latini, e verrà meno la prospettiva autonomistica di una Europa delle Regioni.
Le democrazie decentrano, i regimi autoritari accentrano.
Questa tendenza danneggia tanto piú le genti di confine, che vogliono edificare delle entità transfrontaliere.
La Repubblica ha commemorato sempre con molta solennità la Carta di Ventotene, che prospettava per il Continente un futuro socialista e federalista; meno si è ricordata la Carta di Chivasso, che però del Federalismo indicava la prima applicazione concreta.
Il suicidio politico di Draghi, che ha ripetuto dopo un secolo quello di Facta, ha portato a rinnegare ambedue questi documenti.
Permane un generico antifascismo, ma si nega ogni prospettiva di sviluppo della democrazia, e si rinnega quanto fatto in ottanta anni per radicarla nel nostro Paese.
I provocatori ballano, come i topi quando il padrone esce di casa.

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Mario Castellano  9/5/2023
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