Padre Fanzaga ha dato grande risalto ad un convegno,...
Padre Fanzaga ha dato grande risalto ad un convegno, ospitato da una Università Pontificia di Roma, nel corso del quale hanno preso la parola il Professor Roberto Demattei ed il Patriarca cattolico di Rito Orientale di Kiev.
La tesi principale esposta durante questo incontro, celebrato nel giorno anniversario della apparizione di Fatima, costituisce una audace sintesi tra geo strategia e profezia.
In primo luogo, il principale espositore – di cui è nota la aperta ostilità nei confronti del Papa – ritiene incompiuta la predizione della Madonna in merito alla conversione della Russia.
In realtà, la Vergine non aveva parlato espressamente di una acquisizione di questa Nazione alla Chiesa di Roma.
Con il termine di conversione, si dovrebbe intendere dunque un ritorno alla Fede ortodossa, rinnegata dal Comunismo.
È invece certo – per chi crede nella autenticità delle apparizioni – che la Madonna richiese al Papa, per il tramite dei veggenti, di consacrare questo Paese al suo Cuore Immacolato.
Cominciamo da questa ultima raccomandazione.
Poi XI aveva solennemente compiuto la Consacrazione del mondo intero.
Poiché il tutto contiene la parte, la posizione mantenuta da allora in avanti dalla Santa Sede consisteva dunque nello affermare che la richiesta era già stata esaudita.
I devoti più oltranzisti non si ritennero mai soddisfatti, e – come abbiamo già illustrato in un nostro precedente scritto – il canadese Padre Gruner svolse per molti anni una campagna di stampa dispendiosissima intimando al Vaticano un adempimento più puntuale.
In mancanza del quale – egli asseriva – sarebbe scoppiata la Terza Guerra Mondiale.
Essendosi riacutizzate le tensioni con la Russia, nei mesi scorsi il Papa ha finalmente accondisceso alla richiesta di questo Religioso e dei suoi rumorosissimi e danarosissimi seguaci.
A questo punto, occorre valutare se i Russi si sono convertiti.
In realtà, essi lo hanno già fatto fin dal tempo del Battesimo di Vladimiro, e dopo la caduta del Comunismo questa grande Nazione si è ricristianizzata con una velocità ed una profondità incredibile, fino al punto di trasformarsi in uno Stato confessionale.
Una sua conversione al Cattolicesimo risulta per altro verso tanto improbabile come quella della Arabia Saudita: il Santo Re Vladimiro scelse espressamente il Cristianesimo Orientale, basandosi – secondo la tradizione – sul fatto che i suoi emissari, ospitati a Costantinopoli in Santa Sofia, ritenevano la sua liturgia ben più suggestiva di quella occidentale.
Se il loro viaggio si ripetesse oggi, ed ascoltassero le stonature - accompagnate regolarmente da asseriti Maestri di Chitarra - trasmesse proprio da Padre Fanzaga, la decisione presa nel 980 verrebbe certamente ribadita.
Che cosa si intende dunque per conversione della Russia?
In base a quanto siamo riusciti a capire delle tesi esposte da Demattei, e fatte proprie dal radio predicatore, sarebbe stato finalmente identificato il nemico satanico intenzionato nientemeno che a destituire – naturalmente al culmine di una invasione – il Papa, sostituendolo per giunta con il Patriarca Cirillo: si tratta di Putin, che ha tutte le carte in regola per impersonare il cattivo della commedia.
Le quotazioni dei Musulmani sono nettamente in discesa, per cui il Sindaco di Imperia potrebbe anche convertirsi – seguendo le orme del suo amico Mohammed Bensa - senza arrecare eccessivo nocumento alla Chiesa.
Occorre osservare in primo luogo come in ambito tradizionalista sia in corso una battaglia senza esclusione di colpi per acquisirne il primato.
I suoi adepti avevano a lungo idealizzato Putin: il quale non soltanto è più confessionalità di Formigoni (con cui condivide – a quanto pare – anche certi atteggiamenti da bon vivant), bensì ha realizzato completamente, sia pure in versione ortodossa, il programma del Movimento guidato dal Celeste (!?).
Che trova invece qualche ostacolo nella Costituzione della Repubblica.
La bestia nera di Fanzaga – come anche, supponiamo, di Demattei – è la Principessa Alliata.
La quale si è recata a Mosca per garantire il proprio appoggio ai disegni del nuovo Zar: non sappiamo se questo riguardi soltanto la guerra in Ucraina, o addirittura la asserita intenzione di conquistare Roma.
Risulta evidente che ad un oltranzista atlantico come Demattei, avvezzo alle traversate oceaniche, questi disegni non possano affatto piacere.
Al di là del sostegno a Kiev, peraltro logico e doveroso sul piano giuridico in base al Diritto Internazionale e sul piano politico in ossequio al Principio di Autodeterminazione, si coglie la intenzione di propiziare un serrate le fila in campo cattolico: nel quale il settore più reazionario si propone evidentemente di cogliere la occasione per allineare e sottomettere anche il Papa ai propri disegni.
Noi ci ricordiamo bene della operazione compiuta in ambito temporale, auspice Berlusconi,
con la costituzione del suo Partito.
Forza Italia era né più né meno che quella Democrazia Cristiana epurata del suo settore di sinistra, vagheggiata ormai da decenni da tutta la Destra come soluzione definitiva dei problemi del nostro Paese.
Ora, però, il tentativo si sposta sul terreno religioso: la Meloni ha in effetti urgente bisogno – nel quadro della sua ideologia identitaria – di una Chiesa sottomessa al regime, e come tale disposta ad impartirgli la propria benedizione.
Lo scontro cui ci si deve preparare avverrebbe tra Cristiani Occidentali e Orientali: i quali ultimi, ben lungi dallo avere essudato il Comunismo, riprendono i disegni di Stalin semplicemente sostituendo alla Bandiera Rossa il Vessillo di San Giorgio, ed alla falce e Martello la Croce Greca.
A farne le spese, in attesa del conflitto, sarebbero naturalmente i Modernisti, cioè i cattolici liberali e democratici.
Da parte nostra, solleviamo una obiezione: è vero che il Cattolicesimo costituisce un elemento fondamentale della identità italiana; se però ci domandiamo chi – tra i nostri correligionari – ha più contribuito alla moderna vicenda morale e civile del Paese, viene spontaneo indicare sul piano della cultura Manzoni, Rosmini e Gioberti, e sul piano della politica De Gasperi.
Risulta poco probabile udire il nome di Demattei.
Per non parlare del fatto che noi facciamo parte integrante non soltanto della Comunità
Nazionale, ma anche della Comunità Ecclesiale.
Epurarci significa dunque né più né meno che imporre nello Stato un nuovo totalitarismo, e nella Chiesa regredire al Sillabo.
Che non fu revocato formalmente, ma certamente venne superato dal Concilio.
Le cui conclusioni, però, Demattei rigetta.
Siamo dunque al cospetto di una Quaestio stantis vel cadentis Ecclesiae.
La sola Autorità in grado di dirimerla – visto che nessun altro intende pronunziarsi, dato il clima imperante sulle due sponde del Tevere - è il Papa.

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Mario Castellano  19/5/2023
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