Chi – come noi – ha avuto la ventura di conoscere e di frequentare in gioventù il Sindaco di Imperia, ...
Chi – come noi – ha avuto la ventura di conoscere e di frequentare in gioventù il Sindaco di Imperia, conosce bene la sua propensione – che è fondamentalmente caratteriale, ma influisce sul metodo della azione politica – a costituire delle solidarietà per così dire claniche.
Diciamo claniche senza volere in alcun modo insinuare che siano mafiose.
Gli appartenenti alla cosiddetta malavita organizzata si propongono infatti esplicitamente dei fini delinquenziali.
Questo non è però il caso di Scajola.
Ogni volta che ci incontriamo con un amico che è stato suo seguace, senza però avere attraversato – per motivi anagrafici – la fase di una comune militanza paritaria, finiamo regolarmente per dialogare sui meccanismi psicologico del soggetto.
Che sono soltanto in apparenza difficili da decifrare, anche per chi è digiuno di psicanalisi, intesa come scienza.
Una volta, ci capitò di conversare con un illustre Maestro Massone di Palermo, ed approfittammo della occasione per chiarirci un vecchio dubbio: se cioè i Beati Paoli, i quali compongono una consorteria propria della Sicilia, ed anzi radicata particolarmente nella sua Capitale, si potessero considerare una Società Esoterica Tradizionale.
Il nostro interlocutore lo escluse nel modo più assoluto, in quanto è comune a tutte queste Associazioni il rifiuto di operare contro la Legge dello Stato.
I Beati Paoli preferiscono di regola la azione legale.
Quando però siano esaurite le risorse che essa mette a disposizione, considerano possibile anche quella illegale.
Il Sindaco non è dunque né un mafioso, che a tale pratica sceglie in linea di principio di dedicarsi, ma non è nemmeno un soggetto rigidamente legalitario, il quale viceversa si muove esclusivamente nel perimetro di quanto è lecito.
Si dice che nelle Dodici Tavole fosse scritto: Salus Rei Publicae suprema lex esto.
Tale principio, che risulta naturalmente antitetico alla nostra concezione giuridica, può essere riferito anche ad uno Stato nello Stato.
Quale è appunto la consorteria dei Bassotti, passata indenne – praticamente senza defezioni significative – attraverso varie metamorfosi.
E che si accinge – dopo essere ripiegata nella autoreferenzialità di un Partito personale e locale, anzi tipicamente municipale – a confluire nei Fratelli della Meloni.
Il che priverà del loro spazio i seguaci storici di questa Signora, anche se la logica spartitoria – la nuova Giunta riflette fedelmente il Manuale Cencelli – impone per ora di rispettarla.
Altra cosa, però, sono i rapporti esterni, ed altra cosa quelli interni alla consorteria.
Gli uni e gli altri sono rimessi naturalmente alla decisione finale del Capo.
I cui criteri risultano a volte non soltanto inspiegabili per gli adepti, ma neanche vengono spiegati.
Ecco perché ci si accinge sempre con timore alle riunioni di vertice, come quando i gerarchi sovietici erano convocati al Cremlino da Stalin.
Può infatti succedere che un malcapitato, assolutamente certo di avere agito non soltanto in buona fede, ma anche con lealtà e disciplina, venga pubblicamente strapazzato.
La logica misteriosa della gestione del potere può rendere infatti inopinatamente biasimevole il suo operato.
Né il malcapitato può invocare a proprio discapito una qualsiasi norma, scritta o consuetudinaria che sia.
Si dice che una volta perfino il fedelissimo Sappa – uomo uso ad operare perinde ac cadaver, ed anche usque effusionem sanguinis (benché se la sia sempre cavate senza un graffio) – sia stato preso per il collo.
Tale atto di violenza venne facilitato dalla differenza di statura fisica, essendo stato il noto commercialista sollevato dal basso in alto.
A volte, il Capo si vanta delle proprie gesta, e le illustra arricchendole di particolari atti ad accendere la ammirazione dei seguaci, come quando affermò di avere condiviso la mensa, in Vaticano, con tre o quattro Cardinali.
Tale inconsueta convivialità venne presentata come viatico per la acquisizione del pieno potere temporale.
Altre volte, il Nostro tace le proprie mosse, stendendo su di esse un velo di silenzio.
Si potrà obiettare che sovente si tratta di eventi di grande risonanza mediatica.
I fedelissimi, però, non leggono i giornali, e se li leggono non li capiscono.
Quando anche il loro comprendonio giunga a tanto, conta soltanto la interpretazione autentica, fornita dal Capo.
A volte, con lo ausilio di un portavoce.
Ciò è valso a Saldo il soprannome di U Ministru u l’ha ditu.
Se invece un fatto viene taciuto, lo si considera non avvenuto.
Pare che al tempo di Breznev sia stato perpetrato un attentato, con numerose vittime, sulla Piazza Rossa.
I mezzi di comunicazione ufficiali lo tacquero, e dunque venne considerato mai avvenuto.
Conversando con un fedelissimo del Sindaco, una sorta di Gran Visir, abbiamo scoperto che i caudatari non sono stati messi al corrente della pur trionfale visita a Nizza.
Evidentemente, smaltito il comprensibile entusiasmo, qualche dubbio avrebbe potuto affiorare.
Riguardando la compatibilità tra gli impegni assunti sulle rive del Varo e la assoluta fedeltà alla Meloni.
Che costituisce il fondamento di un potere tipicamente proconsolare, ovvero di tipo feudale.
Il vassallo, il valvassore ed il valvassino derivavano in quel tempo la loro investitura dallo Imperatore.
Il quale era per definizione uno solo.
A questo punto, qualche ingenuo - o qualche malizioso - potrebbe domandare che cosa succederebbe se la Presidente del Consiglio ed il Sindaco di Nizza impartissero indicazioni contrastanti.
Se ciò dovesse malauguratamente succedere, bisognerebbe dire – a proposito di uno di questi due referenti – Connais pas.
Le conseguenze dovrebbero essere comunque gestite esclusivamente dal Capo.
Ecco spiegato perché un tempo tutti i Trattati erano segreti.
Il loro contenuto veniva conosciuto per via dello adempimento.
Nel 1915, Sonnino negoziò il Protocollo di Londra, e poche settimane dopo ci fu la entrata in guerra: dalla parte della Intesa e smentendo la Triplice alleanza, peraltro mai formalmente denunziata.
Se stiamo con Nizza o con Roma, lo sapremo quando le decisioni verranno prese.
Quel giorno, il popolo dei Bassotti verrà chiamato alle armi.

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Mario Castellano  30/5/2023
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