Il personaggio storico cui può essere più propriamente comparato il nuovo “Governatore” Bucci è sicuramente Papa Sisto V.
Il quale era in origine un umile frate francescano di Grottammare.
Narra la leggenda che Nostradamus, viaggiando in Italia, si imbatté in un gruppo di Religiosi.
Il Profeta di Salon andò ad inginocchiarsi davanti a colui che sembrava, per il suo aspetto gracile e dimesso, il meno importante.
A chi gli domandava quale fosse il motivo del suo comportamento, Nostradamus avrebbe risposto: “Non dovrei forse inginocchiarmi davanti a Sua Santità?”.
Il Conclave che portò Felice Peretti al Soglio di Pietro passò alla storia per il sotterfugio con cui il futuro “Papa Tosto” riuscì a farsi eleggere, fingendosi moribondo ed inducendo così i Cardinali a credere che il suo Pontificato sarebbe stato breve.
Bucci si fece ricoverare al Galliera – facendo filtrare una prognosi infausta - nel pieno della tempesta giudiziaria di Genova.
Affinché – dicono i maligni – l’eventuale arresto fosse declassato a piantonamento in ospedale.
Non solo fu evitata l’azione penale, ma l’abbattimento di Toti, Signorini e Spinelli aprì insperatamente per Bucci la strada verso quella carica di Doge di Genova cui egli aspirava segretamente da tempo.
Fino al punto di farsi confezionare un abito da cerimonia ricopiato da quello che indossavano i reggitori della gloriosa Repubblica Marinara.
Non sapremo mai se la sartoria abbia lavorato – utilizzando i tessuti più pregiati – a spese del Comune, del Sindaco o di qualche ignoto Mecenate.
La fotografia di Bucci vestito da Doge che si fa baciare la mano da un leccapiedi nel cortile di Palazzo Tursi ha comunque fatto il giro d’Italia e del mondo.
Dove l’Amministrazione Comunale, presa da un delirio di grandezza, inviava i propri “Ambasciatori”.
Pur precisando che questi improvvisati “Diplomatici” avrebbero prestato i loro servigi gratuitamente.
Anche il nostro Paese di adozione mandò una volta come Ambasciatore a Washington un uomo di affari, residente da tempo negli Stati Uniti, senza corrispondergli lo stipendio.
L’astuto “businessman” poteva però farsi ricevere negli Uffici Pubblici al più alto livello esibendo la sua qualifica.
Come Felice Peretti, appena eletto Papa, gettò via le stampelle, così Bucci – se veramente era affetto da una malattia terminale – ne è repentinamente e miracolosamente guarito.
Chi aveva creduto alla storia del gravissimo morbo era stato il “Bassotto”.
“Quod volimus libenter credimus”.
Fu così che il Sindaco lanciò la candidatura di Bucci, nella speranza che il nipote - piazzato in “pole position” nella nuova Giunta - ne avrebbe presto raccolto l’eredità.
Si racconta che una volta, nel corso di una cena con i “fedelissimi” (comunque non tali abbastanza per tacere coi giornalisti), il “Bassotto” abbia detto che Berlusconi era moribondo.
Il Cavaliere, da quella volta, lo considerò uno jettatore.
Se il “Delfino” del momento fosse stato Fini, sarebbe stato comunque scartato – a detta del Sindaco – in quanto “fascista”.
Per cui egli si considerava l’erede designato.
La Storia andò in modo diverso.
Ora anche la scommessa sulla morte imminente – o quanto meno sulla malattia invalidante – del “Governatore” rischia di risultare ugualmente fallace.
Basandosi però sulla possibilità di azzeccare, il Ponente Ligure ha riversato i suoi voti su di lui.
Se l’Ossigenato non è assurto alle Vice Presidenza (il che lo priva della possibilità di divenire “Facente Funzioni”), un risultato è stato comunque raggiunto.
Il feudo imperiese è ormai divenuto a tutti gli effetti uno Stato indipendente.
Da cui sono stati allontanati tutti i rappresentanti dello Stato – dai Prefetti agli Ufficiali della “Benemerita” – che hanno osato attentare ad un potere sempre più assoluto.
Il Presidente dell’Albania, avendo contratto un debito morale nei riguardi della massima “Tarika”, cioè della più influente Confraternita islamica del suo Paese, ha annunziato che non solo le farà omaggio di un appezzamento di terreno, ma addirittura lo riconoscerà come uno Stato sovrano.
Esattamente come fece Mussolini nel 1929 per la Città del Vaticano.
I cui dirigenti hanno così acquisito una completa immunità dalla Giurisdizione Penale italiana: se commettono un reato, ne rispondono soltanto al loro Tribunale.
Imperia è avviata a divenire il Vaticano dei “Bassotti”.
La consacrazione di tale “status” giuridico avverrà “ad horas” con la visita ufficiale di Toti, motivata con la presentazione di un libro – già oggetto di analoga celebrazione a Genova – in cui l’ex “Governatore” paragona sé stesso a Silvio Pellico, emulando “Le Mie Prigioni”.
Il patriota di Saluzzo non negava di avere violato la Legge austriaca, ma naturalmente se ne vantava, essendo il suo scopo porre fine al dominio straniero sull’Italia.
Analogamente, Toti non può proclamarsi innocente, avendo patteggiato la pena sul presupposto della propria ammissione di colpevolezza.
Riguardante il Reato di Corruzione.
L’Uomo MEDIASET presenta però il suo operato come un gesto di insorgenza nei confronti di un regime ingiusto, che deve essere abbattuto.
Il fatto di avere cospirato contro di esso costituisce dunque un titolo di merito.
Che Scajola gli riconosce, mentre Bucci ha assunto un atteggiamento agnostico, rifiutandosi di commentare le disavventure sofferte dal Predecessore.
La differenza tra il nostro Sindaco ed il nuovo “Governatore” consiste nel fatto che Bucci riconosce – almeno formalmente – la sovranità dello Stato italiano e la validità dei suoi atti giurisdizionali, mentre Scajola, negandone la legittimità, proclama implicitamente una Secessione.
Liguori è chiamato a svolgere le funzioni di Capo del Cerimoniale.
Il che rivela come il Ponente ligure operi come un nuovo Stato, pronto ad ospitare i dissidenti provenienti da altre parti d’Italia.
Esattamente come avveniva tra le due Germanie, con gli Anticomunisti che scapavano al di qua del Muro mentre i Comunisti si muovevano in direzione opposta.
Imperia, comparata con l’Italia, ha le stesse dimensioni di Formosa, dove si sono rifugiati i Nazionalisti cinesi reclamando il diritto all’Autodeterminazione.
Esercitato dai nostri concittadini in occasione delle Elezioni Comunali, Europee e Regionali.
Chi varca la soglia del Municipio ha l’impressione di visitare la sede di un Capo di Stato.
Perfino la “Body Guard” non è più fornita dai tifosi della Pallanuoto, ma veste l’uniforme della Polizia Municipale.
Cui si aggiunge quella Regionale, ben più agguerrita.
Se i Vigili Urbani svolgono funzioni di rappresentanza – come i Corazzieri – i loro colleghi compongono una nuova temutissima Polizia Politica, simile a quelle del Terzo Mondo.
Ieri si è svolto un “pattuglione” spettacolare: una torma di Agenti in Uniforme da Campagna ha dato la cacia ai “portoghesi” imbarcatisi senza biglietto sui (pochi) veicoli ancora circolanti della Riviera Trasporti.
Il numero degli uomini impegnati nell’operazione superava quello – pur nutrito – dei passeggeri abusivi.
In gran parte extracomunitari, esposti al ludibrio dei cittadini onesti in piazza Dante, dove si è proceduto alla loro schedatura.
L’asilo politico concesso a Toti, se da un lato rivela la generosità e la potenza di Scajola, dall’altro lato declassa l’ex “Governatore” al rango di parente povero.
I rapporti tra i due hanno sempre oscillato tra la complicità e la rivalità.
Toti venne innalzato (ancorché di soli venti centimetri) su di un palco eretto, in occasione di una sua precedente visita ufficiale, in piazza De Amicis.
Alcuni insinuarono però che tale sopraelevazione fosse dovuta alla necessità di rendere visibile il “Bassotto”, surclassato dalla stazza imponente del Presidente.
Il quale, incurante di tali riguardi formali, riuscì ad infiltrare nel Municipio di Imperia – al più alto livello - un agente del proprio spionaggio.
Il quale – come il famoso “Cicero” - venne smascherato solo dopo avere completato la propria missione.
Non sappiamo se i Servizi Segreti dei “Bassotti” siano riusciti a loro volta a penetrare via Fieschi.
Ora, comunque, Toti deve accontentarsi dell’asilo che gli viene offerto all’estero, come si usa fare con i dirigenti spodestati.
I quali vengono anche usati – l’ospitalità non è mai disinteressata – per la destabilizzazione dei loro Stati di origine.
Da questo punto di vista, l’opera autobiografica redatta dall’Uomo MEDIASET viene a fagiolo.
De “Le Mie Prigioni” si disse che questo libro aveva fatto più danno all’Austria di una guerra perduta.
L’abilità dell’Autore consisteva però nel fatto che non vi si trova un solo austriaco cattivo.
Silvio Pellico sapeva infatti distinguere tra il sistema e le persone.
Verso le quali non nutriva nessun risentimento.
Toti descrive invece la perfidia e la degenerazione dei suoi Giudici e dei suoi carcerieri, anche se risulta difficile equiparare la villa di Ameglia (munita di piscina “olimpionica”) con lo Spielberg.
La propaganda risulta comunque efficace anche quando vede nemici e malvagi dappertutto.
Manca dunque soltanto che “Bassottopoli” dichiari la guerra alla Repubblica Italiana.

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Mario Castellano  22/12/2024
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