Il regime della Meloni sembra colto da un triplice delirio, che riguarda il Diritto, l’Economia e la Cultura.
Il regime della Meloni sembra colto da un triplice delirio, che riguarda il Diritto, l’Economia e la Cultura. In campo giuridico – e più precisamente nell’ambito del Diritto Penale – si gareggia nell’inventare nuove figure di reato. L’ultima in ordine di tempo è stata escogitata dalla fervida mente dei dirigenti dell’Associazione che riunisce in Carabinieri in Congedo della Lombardia. Se l’Arma fosse per definizione “Benemerita”, tale consorteria non lo sarebbe di meno qualora si de dedicasse a svolgere compiti ausiliari nel mantenimento dell’Ordine Pubblico. Visitando una domenica mattina il Santuario di Pompei, ove ci ritrovammo sommersi in una marea di pellegrini provenienti da tutti gli angoli del Meridione, notammo con compiacimento come tale moltitudine di gente – peraltro devotissima – venisse incanalata e disciplinata da numerosi volontari recanti ciascuno la pettorina dell’Associazione dei Carabinieri in Congedo. I quali svolgevano il compito loro assegnato con efficienza e discrezione. Probabilmente, però, costoro avrebbero rifiutato di ergersi a consulenti del Potere Legislativo. Come fanno invece i loro colleghi di Milano. I quali propongono l’istituzione di una nuova figura di Reato, denominato “Fuga Pericolosa”. Questo nome ricorda un film di Hollywood. La fuga, come insegnano infinite pellicole basate sulla narrazione delle più rocambolesche evasioni, è normalmente pericolosa per quanti la mettono in atto. A volte, però, fa fare brutta figura a chi non la impedisce o addirittura la propizia, sia pure involontariamente. Ciò accadde a Monsignor Mario Jsmaele Castellano, all’epoca Vescovo di Volterra, recatosi a “predicare la Pasqua” presso il locale Riformatorio Giudiziario. Che gli abitanti del luogo chiamavano l’Istituto dei “Corrigendi”. La Città, munita anche di un Carcere Penale – ospitato per l’appunto nel “Maschio di Volterra” - e di un Manicomio anch’esso criminale, viveva - oltre che dello storico artigianato dell’alabastro – delle reclusioni. I “Corrigendi” – a differenza degli altri detenuti – venivano portati a passeggio per le strade, inquadrati da due “Istitutori”, posti l’uno alla testa e l’altro alla coda di un lungo corteo, nel quale sfilavano in fila per due. Proprio come i bambini delle Elementari. E come questi scolari venivano collocati in ordine crescente di statura. Per cui quelli più bassi – e di minore età – avevano dei volti angelici (“Faccia d’Angelo” è per l’appunto un soprannome diffuso trai malavitosi), mentre gli ultimi della fila esibivano dei ceffi da delinquenti incalliti. Monsignor Castellano sottolineò incautamente – pronunziando una omelia che fece versare più di una lacrima nell’uditorio – come la Pasqua sia una festa di Liberazione. E mal gliene incolse, dato che le sue parole vennero prese alla lettera: perforato il muro di cinta, i “Corrigendi” evasero poco dopo in massa. IL Direttore pregò l’Ordinario di astenersi da altre visite. Questa fu la prima volta in cui prendemmo familiarità con una evasione. Più che da simili episodi, i Carabinieri in Congedo della Lombardia prendono verosimilmente sputo dalla fuga del giovane egiziano, il quale – non essendosi fermato ad un posto di blocco dei Militi dell’Arma – si è schiantato con la moto contro un muro, coinvolgendo nell’incidente la ”volante” che lo inseguiva. Saremmo curiosi di conoscere la qualificazione del Reato, ma riteniamo faccia riferimento al dovere di ufficio – incombente sui Tutori dell’Ordine – di rincorrere in simili circostanze chi tenta di sottrarsi al loro controllo. Il che può sfociare in incidenti stradali, coinvolgendo non soltanto i malfattori, ma anche gli Ufficiali ed Agenti di Polizia Giudiziaria. Le cui lesioni – se non addirittura il decesso – verrebbero ora equiparate rispettivamente alle Lesioni Volontarie ed all’Omicidio. Proprio per evitare simili situazioni, i nostri concittadini che praticano lo “sballo del sabato sera” a Diano Marina e ad Alassio hanno preso l’abitudine di rientrare ad Oneglia passando per i Gorleri. Uno di loro, però – pur non essendo inseguito – è finito con l’automobile “per le fasce”, ferendosi gravemente. Si vive già in un clima di Stato di Assedio. Testimoniato dalla presenza in Città dei Servizi Segreti. I quali pare siano in procinto di identificare gli autori delle scritte minatorie dirette contro il Sindaco. Senza l’apporto degli Agenti Segreti, i pur solerti Militi dell’Arma ed Agenti della Questura – per non parlare dei poveri Vigili Urbani – brancolerebbero ancora nel buio. Dato che le scritte in cui si faceva rima tra ”infame” e “lame” erano tracciate sui muri della via che reca al Santuario di Santa Maria Maggiore, si proporrà – per analogia - di istituire il Reato di “Minacce Stradali”. Perseguibile non già a querela di parte, bensì di ufficio. Sul piano culturale, il regime ambisce a presentarsi quale culmine della Storia. L’operazione venne effettuata a suo tempo da Giovanni Gentile. Il quale istituì un sistema scolastico avente al suo apice l’istruzione “umanistica” impartita nei Licei Classici e verificata mediante l’Esame di Maturità. Il tutto finalizzato ad affermare e dimostrare che il Fascismo costituiva una sorta di “summa” dell’evoluzione della Civiltà Universale, coincidente con quella Occidentale. Sulla cui vetta si collocava la Civiltà Italiana. L’Antichità Classica, l’eredità spirituale giudaica e lo stesso Cristianesimo rappresentavano la preparazione degli eventi che più recentemente avevano portato all’instaurazione del Regime: in ordine cronologico il Risorgimento, l’avvento della Monarchia Sabauda ed infine, per l’appunto, l’affermazione del Fascismo. Quanto all’esame di Maturità, il suo compito consisteva di conseguenza non soltanto nel verificare la preparazione dei candidati, bensì anche la loro adesione all’ideologia impartita lungo tutto il “cursus studiorum”. il successivo regime democristiano mantenne questo impianto ideologico, ma temperandolo con la propria specialità, cioè la Raccomandazione, espressione suprema del clientelismo. Essendo cresciuti nella principale centrale imperiese delle raccomandazioni – dato il collegamento con Monsignor Castellano – potemmo constatare come la loro stagione culminasse precisamente con gli Esami di Stato. Neanche il migliore degli studenti poteva infatti sperare di superarli senza essere adeguatamente raccomandato. Ciò finì per causare una autentica paranoia. Informatori prezzolati venivano spediti fino nei luoghi di provenienza de temutissimi “Commissari “Esterni”, di cui si indagavano in particolare le propensioni ideologiche, oltre all’appartenenza alle diverse correnti scientifiche. I Professori di Pedagogia incaricati di esaminare le allieve delle Magistrali risultavano immancabilmente seguaci del pensiero di Don Bosco. Dominando la Chiesa Cattolica anche i pochi Istituti non appartenenti alle Suore, non poteva essere peraltro diversamente. Quando sostenemmo la Maturità, un Commissario proveniente da fuori si lasciò sfuggire che gli sarebbe piaciuto assaggiare una aragosta. Il Membro Interno comunicò tale preziosa informazione ai genitori del “Maturandi”, i quali sguinzagliarono tutti i pescatori, da Ventimiglia ad Albenga, alla ricerca del prezioso crostaceo, che veniva pagato a qualsiasi prezzo e servito ogni sera in un ristorante diverso. Dove il Commissario era invitato a degustarlo. La moglie di un noto Professionista cittadino, madre di uno studente noto perla sua asineria, volle strafare, prenotando ogni sere il tavolo vicino a quello in cui cenava il Professore. Il quale alla fine perse la pazienza, e fece una scenata a questa “Madre Foraggio”, gridando che lo stava perseguitando. Il figlio fu comunque promosso. Ora la Meloni, pur restando in vigenza il regime basato sulla raccomandazione vigente sotto la Prima Repubblica, intende innestarvi nuovi programmi scolastici. Dato che ormai non conviene parlare della Monarchia – lo stesso Gentile morì d’altronde quale gerarca della Repubblica di Salò - la formulazione dei programmi tende a dimostrare che l’età aurea dell’Italia si interruppe inopinatamente il Venticinque Luglio, cui seguì un lungo periodo di decadenza. L’avvento della Meloni si ricollega dunque con quello precedente, mentre il tentativo degli Italiani di costruire – pur con mille limiti, errori e contraddizioni – una Democrazia viene classificato in blocco quale degenerazione. Al culmine della Storia – tanto nazionale quanto universale – non si trova più dunque l’Uomo di Predappio, bensì la Donna della Garbatella. Se tutto l’ambiente accademico nazionale si doveva inchinare un tempo a genio dell’uno, ora deve fare altrettanto con quello dell’altra. Chi, essendo seguace delle Religioni Monoteistiche – ritiene che la teleologia insita nelle vicende umane coincida con una teofania e ne ricerca i segni negli avvenimenti del passato e del presente, viene smentito da una concezione della Storia che nega tale prospettiva. Per non parlare della concezione hegeliana della dialettica, che conduce a ridiscutere sempre quanto viene considerato come acquisito. Ci attende dunque un Eterno Presente meloniano. Con tanti saluti ai numerosi marxisti “pentiti” arruolati tanto alla corte delle Presidente del Consiglio quanto a quella del Sindaco di Imperia. Sul piano economico, va segnalato come la Giunta Bucci abbia già superato – nei pochi mesi trascorsi dal suo insediamento – il record di stanziamenti destinati alle cosiddette “Consulenze Esterne” dal suo predecessore nell’arco di un intero mandato. Anche De Muro è entrato a far parte dell’Empireo dei “Consulenti” dell’Amministrazione Regionale. Non sappiamo in quale campo dello scibile questo brillante diplomato dell’Istituto Alberghiero (proprio come la Meloni) eccella. Fino al punto di insegnarlo anche ai più insigni titolari di Cattedre Universitarie. La società italiana evolve nella direzione opposta a quella della meritocrazia. La ricchezza, mentre si inaridisce l’economia produttiva, diviene appannaggio di una casta di privilegiati, che coincide con chi esercita il potere politico. Intanto, Il novero di chi mantiene costoro lavorando, producendo e pagando i tributi diminuisce, mentre cresce il malcontento. Anche se ancora non trova un soggetto politico in grado di esprimerlo. La talpa scava.