Due notizie, apparentemente non in relazione tra loro e provenienti per giunta da Paesi lontani l’uno dall’altro...
Due notizie, apparentemente non in relazione tra loro e provenienti per giunta da Paesi lontani l’uno dall’altro, concorrono a rilevare la tendenza alla frantumazione degli Stati Nazionali.
La Signora Proietti, “Governatrice” dell’Umbria, ha accettato di buon grado l’inclusione della sua Regione nella grande “Zona Economica Speciale”, comprendente già tutto quanto il Meridione d’Italia e le Isole,
alla quale sono riservati notevoli benefici fiscali,
tali da indurre molte imprese del Settentrione a collocarvi le rispettive sedi legali.
I Deputati Democratici delle Marche hanno invece espresso contrarietà a tale misura,
regalando così un argomento al candidato della Destra alla Presidenza della Regione,
il quale potrà attribuire alla “Sinistra” la responsabilità della crisi economica che affligge una Regione un tempo piena di piccole fabbriche, ed oggi cosparsa di capannoni vuoti.

Un Partito che si rispetti esamina la questione nei competenti organi nazionali, in modo da esprimere una valutazione univoca.
Si ripete dunque quanto avvenuto a Roma,
dove il Sindaco Gualtieri ha collaborato alla stesura del Disegno di Legge con cui verrà emendata la Costituzione.
E per giunta se ne vanta, potendo esibire di fronte ai Quiriti un aumento delle competenze attribuite al Comune, nonché dei fondi che egli stesso sarà chiamato a spendere quale capo dell’Amministrazione di “Roma Capitale”.

Noi siamo sempre stati a favore di un incremento delle autonomie locali,
che però – a nostro modesto avviso – dovrebbero essere estese tutte quante,
anche se non necessariamente nella stessa misura.
Il sistema costituzionale spagnolo ha retto fino ad ora alle tendenze centrifughe proprio in quanto venne configurato secondo una “geometria variabile”, tenendo conto delle diverse caratteristiche – culturali, storiche e sociali – delle diverse “Autonomie”.
Così vengono denominate nel Paese iberico i soggetti corrispondenti alle nostre Regioni.
Il Re Juan Carlos usava regolarmente, nei suoi discorsi ufficiali, l’espressione “Confederazione Spagnola”,
volendo con questo sottolineare come il potere di imperio proprio di tali enti fosse tanto originario quanto quello attribuito all’Autorità Centrale.

La Costituzione della Baviera – per dare un altro esempio – afferma nel suo primo articolo che “la Baviera è uno Stato”.
Essendo la Germania per l’appunto una Repubblica federale, tale caratteristica è implicita nella sua stessa qualificazione giuridica, e non avrebbe dunque bisogno di essere resa esplicita.
La sottomissione di Monaco a Berlino nel 1871 diede luogo a una umiliazione che i Bavaresi non hanno mai dimenticato, e che alimenta tuttora le loro tendenze autonomistiche, se non indipendentiste.
La lettera di adesione al “Primo Reich” venne spedita da Bismarck al Re Luigi II, la cui condizione era notoriamente indebolita dalla malattia mentale,
che lo avrebbe in seguito portato alla deposizione, e poi a una morte misteriosa, probabilmente dovuta a un “omicidio di Stato”.
Il sovrano dovette restituire il documento dopo averlo firmato, come se fosse stato un modulo distribuito dall’Amministrazione Pubblica.

La cosiddetta “Autonomia Differenziata”, tanto pubblicizzata dalla Lega, è una finzione sul piano sostanziale, ed è una truffa dal punto di vista del Diritto.
Si tratta di una finzione in quanto non vengono garantiti dallo Stato i mezzi finanziari necessari per l’esercizio delle nuove competenze che si finge di attribuire alle Regioni.
Si tratta di una truffa perché il loro esercizio – mancando una assegnazione esplicita da parte della Costituzione – mette il Governo nella condizione di richiedere l’annullamento degli atti, tanto legislativi quanto amministrativi, emanati in base alla asserita “Riforma” dalle Regioni.

La dimostrazione “a contrario” di quanto da noi sostenuto al riguardo viene proprio dall’emendamento costituzionale che istituisce “Roma Capitale” quale nuovo ente pubblico territoriale.
Le sue nuove attribuzioni risulteranno infatti da una modifica della Legge Suprema,
che è mancata quando si è varata la cosiddetta “Autonomia Differenziata”.
Se Gualtieri fosse un sincero fautore del decentramento, rivendicherebbe lo stesso trattamento riservato a Roma quanto meno anche per le altre “Città Metropolitane”.
La logica in cui si muove l’inquilino del Campidoglio – come anche la “Governatrice” dell’Umbria – è invece quella del “Si salvi chi può”,
che induce ad afferrare quanto passa il convento, senza preoccuparsi dei connazionali.

Eppure il Partito Democratico, in cui milita Gualtieri (il quale vi è pervenuto con la componente ex comunista), aveva gridato a suo tempo al tradimento della solidarietà – e perfino dell’Unità – nazionale quando era entrata in vigore la pseudo “Riforma” voluta da Calderoli.
Il quale è un ottimo medico, ma dimostra di ignorare completamente il Diritto Costituzionale.
Le competenze delle Regioni sono infatti indicate tassativamente nella Costituzione, che non può essere emendata mediante una Legge Ordinaria.
Quando invece si è voluto effettivamente accrescere la competenza di “Roma Capitale”, si è promosso il suo emendamento,
in base al quale la Capitale godrà di uno “status” giuridico privilegiato, comparabile con quello delle Regioni a Statuto Speciale,
che infatti viene loro concesso mediante una Legge Costituzionale.

In America, il Congresso del Texas ha ridisegnato i collegi elettorali in cui si eleggono i membri della Camera dei Rappresentanti da mandare a Washington,
in modo da garantire ai Repubblicani cinque seggi in più.
La California ha risposto con un analogo provvedimento, che a sua volta permetterà di aumentare in egual misura la rappresentanza dei Democratici.
Lo Stato laico per antonomasia, cioè la Federazione Nordamericana, applica – sia pure trasferendolo dalla discriminante confessionale all’appartenenza politica – il principio “Cuius regio, eius religio”.

Da tempo, si registra negli Stati Uniti il fenomeno di una migrazione interna, che porta i militanti dei due partiti a trasferirsi dove è maggioritario quello cui essi appartengono.
In Italia assistiamo viceversa a una più disinvolta acquisizione alla fazione egemone di quanti provengono da una origine ideologica diversa, ma con il loro cambio di casacca garantiscono l’omogeneità della rappresentanza politica di un determinato territorio.

Gualtieri si è probabilmente garantito la rielezione, dato che – in cambio del suo interessamento per facilitare l’approvazione in Parlamento della nuova norma – la Destra gli opporrà il classico “candidato debole”.
Ciò è già peraltro avvenuto in occasione del suo primo mandato, quando scese in campo contro di lui il meloniano Michetti, un personaggio da fescennino espresso dal “Movimento Tradizionale Romano”.
Si tratta di un pittoresco raggruppamento di estrema destra, i cui adepti si riuniscono vestendo la toga e consumano i loro banchetti adagiati sul triclinio.
Costoro non si esprimono peraltro in latino, dato che – a causa della loro insufficiente scolarizzazione – non sanno neanche declinare “Rosa rosae”.
Quando costui arrivò in ritardo a un dibattito televisivo, venne accusato di avere parcheggiato la biga in terza fila.

Ad Imperia, l’arruolamento dei rappresentanti della “Sinistra” nelle fila della Maggioranza si giustifica nel nome del ripudio del “Revisionismo”.
Se in Spagna Juan Carlos era chiamato il “Re dei Repubblicani”, avendoli riabilitati per garantire il loro appoggio alla Corona, Scajola è il “Sindaco degli Staliniani”,
di cui il “Bassotto” propizia ultimamente la “conversione” costringendoli ad ascoltare la catechesi impartita dal fido De Via.
Il cui verbo, esposto recentemente in occasione di una solenne riunione conviviale, celebrata in un rinomato ristorante di Nava, ha svolto per due autorevoli esponenti dell’Opposizione la stessa funzione della caduta sulla via di Damasco occorsa a San Paolo,
al punto che si è gridato al miracolo.

Abbiamo cortesemente rifiutato un invito a presenziare all’evento, che ci è stato porto dal nostro amico Osvaldo “Braccioforte” Martini Tiragallo.
Appartenendo al Giansenismo ed al “Modernismo”, non ci siamo mai recati in visita ad alcun Santuario: né Lourdes, né Fatima, né Loreto, né San Giovanni Rotondo.
Non ci è stato dunque possibile assistere all’evento prodigioso,
cui preferiamo dare, come già detto, una spiegazione razionale: “Cuius regio, eius religio”.

Send Comments mail@yourwebsite.com Saturday, April 25, 2020

Mario Castellano  31/08/2025
Copyright ilblogdimario.com
All Rights Reserved