“Pugno di Ferro” a Imperia Oneglia | Controlli interforze contro lo spaccio
Si è svolta nel pomeriggio del ventuno novembre, avendo come teatro la Stazione degli Autobus di piazza Dante, a Imperia Oneglia, una gigantesca operazione avente lo scopo di scoprire ed annientare il traffico di stupefacenti, denominata in italiano “Pugno di Ferro” e in spagnolo “Mano de Piedra”.
Ignoriamo l’eventuale definizione in arabo, ma abbiamo potuto assistere all’identificazione di numerosi immigrati islamici, nonché di un pari numero di immigrate, riconoscibili grazie allo “hijab”.
Sono entrati in azione, sotto la diretta supervisione del Sindaco, collegato in video dalla Sala Operativa allestita presso il Municipio, la Polizia di Stato, l’Arma dei Carabinieri, la Guardia di Finanza – presente con le sue Unità Cinofile – e i Vigili Urbani, guidati in questa circostanza da un alto ufficiale.
È stata individuata in particolare la presenza sospetta di un cittadino afgano, collocato – per essere interrogato – al centro di un cerchio composto da ben dieci tutori dell’ordine, i quali hanno in particolare approfondito il suo “status” giuridico.
Si sta cercando di chiarire quale sia la connessione tra l’evasione del pagamento del titolo di viaggio, lo spaccio di droga e il terrorismo islamista.
Nel momento in cui scriviamo, l’operazione è ancora in pieno svolgimento.
Qualcuno ha fatto notare (“Post hoc, propter hoc”) la consequenzialità temporale con il siluramento dell’Assessore Gagliano, il quale, dati i suoi precedenti separatisti, non sarebbe estraneo al terrorismo di matrice secessionista, come quello che colpì negli anni Sessanta il Tirolo Meridionale.
Si attende una conferenza stampa, nella quale gli inquirenti dovrebbero illustrare i risultati dell’operazione, che comunque ha permesso alle Forze dell’Ordine di sferrare un colpo decisivo alla malavita, in particolare a quella organizzata.
Il Sindaco, nel compiacersi per l’esito particolarmente brillante dell’azione, ha sottolineato l’utilità dello schermo gigante recentemente inaugurato, che “permette – così ha dichiarato – di guardare in faccia la delinquenza”.